Il rapporto tra la scienza e le discipline filosofico-teologiche è in costante evoluzione. Il continuo aggiornamento delle acquisizioni scientifiche, infatti, offre spunti di riflessione sempre nuovi, concernenti il sapere nella sua globalità. Nell’epoca contemporanea alcuni pensatori in questo settore della ricerca hanno lasciato un’impronta indelebile; Pierre Duhem (1861-1916) è senza dubbio uno di questi.
Lo scienziato francese si inserisce nel novero di coloro che si sono opposti alla cultura positivista, che ha ridotto la filosofia alla scienza e ha sostenuto una netta opposizione tra la religione e la razionalità scientifica. La tesi più nota di questo autore è quella che individua nella teoria dell’impetus di Buridano la prima formulazione del principio di inerzia; più in generale, Duhem ha visto nel cristianesimo medievale le origini del pensiero scientifico moderno.
Queste sue teorie lo hanno consacrato come padre della storia della scienza e i suoi studi, raccolti nell’opera Le Système du Monde: Histoire des doctrines cosmologiques de Platon à Copernic (10 voll., Hermann, Paris 1913-1959) costituiscono ancora oggi un’eredità fondamentale in questo campo di indagine.
L’inversione di tendenza nei rapporti tra scienza e fede, tuttavia, non vuol dire che Duhem abbia subordinato la ricerca scientifica alla metafisica o alla teologia. È questo il contenuto principale del presente lavoro, nel quale l’autrice, dopo una prima parte in cui introduce i contenuti generali del pensiero scientifico duhemiano, riporta la traduzione italiana, insieme all’originale francese, di due scritti di Duhem: Fisica e metafisica (1893) e Teoria fisica e spiegazione metafisica (1905).
Quest’ultimo, dopo essere stato pubblicato nella Revue de Philosophie, è stato inserito come primo capitolo nell’opera: La théorie physique: son objet et sa structure (prima edizione, 1906).
Duhem è stato influenzato dalla visione convenzionalista, dalla quale ha ripreso l’idea della scienza come disciplina volta non alla ricerca dell’essenza dei fenomeni, ma alla loro rappresentazione e ricostruzione economica. L’evoluzione della scienza, pertanto, consiste nell’ideazione di teorie in grado di includere nelle loro formulazioni un numero sempre maggiore di evidenze sperimentali.
L’esistenza delle verità metafisiche, delle quali Duhem non dubita, non comporta una sottomissione della fisica alla metafisica. In questo senso «la posizione duhemiana rappresenta il rovesciamento della posizione tomista» (p. 28). In tale prospettiva il rapporto tra metafisica e fisica si inverte, poiché la fisica è antecedente alla metafisica e le sue leggi possono anche non accordarsi con i principi metafisici.
La metafisica, tuttavia, mantiene un suo ruolo nella conoscenza naturale, in quanto il progresso della teoria fisica porta la fisica stessa a tendere verso «una forma ideale che rispecchia l’ordine ontologico del mondo» (p. 30). Tutto ciò si fonda sull’esigenza umana di postulare un accordo tra il mondo fenomenico e le teorie scientifiche. La dimensione metafisica dell’epistemologia duhemiana risiede proprio nell’affermazione che le teorie scientifiche tendono verso questa sorta di perfezione ideale.
Da queste considerazioni, inoltre, si evince chiaramente come nel pensiero di Duhem l’impossibilità che la scienza colga le essenze, non implichi l’adesione a posizioni scettiche o l’ammissione di una generica equivalenza delle teorie. La fiducia nell’esistenza di teorie più aderenti alla realtà rispetto ad altre, dunque, rappresenta un certo distacco dal convenzionalismo originario e un’ulteriore istanza della fiducia che la scienza possa manifestare un carattere ontologico.
Come già detto, Duhem non è stato un autore qualsiasi. L’aver dimostrato l’esistenza di un collegamento tra la filosofia naturale del Medioevo e la scienza moderna lo ha reso un personaggio unico nel suo tempo, in grado di operare una svolta totale rispetto alla mentalità dominante della cultura positivista. Duhem è morto il 14 settembre 1916, pochi giorni dopo aver subito un grave attacco cardiaco.
Alla vigilia del primo centenario della sua scomparsa, si spera che qualche istituzione che opera nel campo filosofico-scientifico abbia la possibilità di onorare la memoria di una delle più grandi menti dell’era contemporanea.
Mirella Fortino
L’autonomia della scienza in un fisico credente.
Due scritti di Pierre Duhem
Aracne – Roma 2014
Pagine 144 – Euro 10,00
Recensione di Alessandro Giostra
© Pubblicato sul n° 58 di Emmeciquadro