Un libro di piccole dimensioni sia come numero di pagine sia come superficie (11×16,5 cm), ma denso di contenuti: una riflessione in occasione dell’Expo che l’Arcivescovo di Milano offre come contributo non solo a capire come «abitare il mondo domani, ma altresì per capire se domani ci sarà ancora un mondo abitabile» (p. 7).
L’autore traccia un percorso essenziale che afferma la centralità della «persona e dei suoi legami sociali» (p. 10), per superare le due posizione estreme che oggi dominano il dibattito sull’ambiente: la supremazia dell’uomo sulla natura a proprio vantaggio e «il diritto paritario alla vita» (p. 9) che equipara ogni forma di vita.
La riflessione si declina secondo tematiche sintetizzate nei titoli dei paragrafi; il primo, Abitare il mondo, si sviluppa intorno alla parola chiave «bisogno» la cui natura deve essere ripensata, perché, dando soddisfazione ai bisogni, possa avvenire «il compimento integrale dell’esistenza» (p. 15) di ogni uomo; il secondo, Proteggere la natura o salvare la creazione?, in cui si definisce la complessa rete di relazioni tra l’uomo e la natura e si pone tutta la sua problematicità: «L’uomo che scopre la sua capacità di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio» (p. 32 – Giovanni Paolo II – Centesimus annus), e infine il terzo: Cibo e acqua per la vita che «riafferma la più elementare tutela dei diritti umani» (p. 47) cioè la garanzia per ogni uomo ad avere cibo e acqua. Un richiamo forte al lettore viene dalla riflessione su che cosa è «natura»: un insieme non solo di cose, ma anche di significati «attraverso i quali la libertà dell’uomo è chiamata a realizzare la propria vocazione originaria nella ricerca del Volto del Creatore» (p. 39).
L’autore via via ridefinisce l’orizzonte entro cui collocare il rapporto uomo-natura o, in termini più adeguati, la relazione tra l’uomo e il creato e in questo contesto, particolarmente significativo è il richiamo agli uomini di scienza perché vivano «con responsabilità creativa» il loro compito di ricercatori, «affinché si mantenga desta la loro apertura alla verità, contro la pressione degli interessi».
Questa responsabilità vissuta con onestà intellettuale ed esercitata non solo nella fase applicativa, ma in primo luogo nella fase generativa dei metodi di indagine «è una garanzia perché la tecnoscienza non si si trasformi in tecnocrazia» e in modo particolare «gli studiosi di scienze naturali sono chiamati al prudente e corretto utilizzo delle possibilità offerte dalle biotecnologie» (p. 59).
A questo scopo che cosa è richiesto? Una apertamente auspicata «conversione della mente, della volontà, del cuore» (p. 60).
Il lettore accorto potrà trarre da questo testo importanti chiavi di lettura dell’ampia e complessa enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, per non cadere in equivoci riduttivistici.
Angelo Scola
Abitare il mondo.
La relazione tra l’uomo e il creato
EMI – Bologna 2015
Pagine 64 – Euro 5,00
Recensione di Maria Elisa Bergamaschini
(Membro della redazione della rivista Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 59 di Emmeciquadro