Bambini e maestre della scuola dell’infanzia in visita al parco, un’attività «sul campo» per cominciare a scoprire il mondo della natura.
In questo contributo si racconta come il fiorire della primavera diventa l’occasione per ampliare l’orizzonte delle attività scolastiche riconoscendo, nella realtà, i cambiamenti delle stagioni.
È un salto di qualità nell’avventura della conoscenza, una prima presa di coscienza degli incontri fatti.
Azioni come osservare, toccare, confrontare non solo generano stupore di fronte alla varietà dei colori e delle forme con cui si presentano fiori e piante in primavera, ma segnano l’inizio di un percorso formativo fondato sulla ripresa, in classe, attraverso il racconto, il disegno, la drammatizzazione, dell’esperienza vissuta in prima persona.



Nella nostra scuola, la Scuola dell’Infanzia della Fondazione Grossman, il metodo di lavoro è legato all’esperienza, cioè al rapporto diretto con la realtà, attraverso gesti concreti come il gioco, la manualità e la corporeità; ogni anno il Collegio Docenti individua un tema comune che coinvolge tutti i bambini, solitamente attraverso la narrazione, che implica il racconto da parte dell’adulto e il racconto da parte dei bambini sia come esperienza personale sia come rielaborazione di qualcosa avvenuto in classe.
Nell’anno scolastico 2015-2016, l’attività delle classi si è sviluppata prendendo spunto da una fiaba, La storia di una stella, scritta apposta per noi dal nonno di un alunno. Questa storia ha come personaggi principali una stella (Stellina) e un bambino (Carlo) che, in un lungo viaggio compiuto insieme nello spazio e nel tempo, incontrano aspetti interessanti del mondo che ci circonda.
Così, nel corso dell’anno abbiamo «scoperto» in vari modi le situazioni che Carlo e Stellina incontrano e le abbiamo rappresentate ai genitori alla fine dell’anno.



Le stagioni

«Posso […] mostrarti come è bello il mondo, come cambia la natura nelle stagioni, come sono importanti alcune feste nel nostro anno; per te che sei sempre stata lassù sarà una magnifica sorpresa». Dice Carlo a Stellina.
Guidati dalle insegnanti i bambini hanno descritto i cambiamenti che la natura mostra nel tempo, riconoscendo aspetti che fanno già parte della loro esperienza.

L’albero dell’autunno
Nel giardino della scuola abbiamo osservato le foglie, sui rami e per terra, ne abbiamo descritto i colori e le abbiamo disegnate.
Le foglie che cadevano mosse dal vento hanno mostrato i rami che rimanevano spogli mettendo in evidenza le loro biforcazioni.
Su nostra richiesta i genitori hanno portato a scuola un ramo per il loro bambino, così ogni bambino aveva in classe un «albero» personale su cui ha attaccato le foglie che aveva raccolto o disegnato.
L’aspetto interessante in questa fase è stato il coinvolgimento dei genitori nella costruzione dell’albero dell’autunno, un’occasione utile per raccontare ai genitori qualcosa in più del lavoro compiuto a scuola dai bambini.
Questi che erano inizialmente «alberi dell’autunno» hanno cambiato aspetto man mano che cambiavano le stagioni, sono diventati completamente spogli in inverno e si sono arricchiti di foglie, gemme e fiori in primavera.



Con molta naturalezza e senza nessuna forzatura, sugli alberi della primavera i bambini hanno iniziato a confrontare il numero delle gemme e dei fiori (per esempio cinque gemme cinque fiori) e a calcolare la differenza tra «quanti ne ho attaccati e quanti ancora ne devo attaccare».
In modo sorprendente avevamo realizzato una prima introduzione al concetto di numero (o numerosità).

 

Il freddo dell’inverno
Dopo l’inizio dell’anno scolastico, l’inverno è la prima stagione che i bambini vivono accorgendosi che le sue caratteristiche sono diverse da quelle dell’autunno: quasi tutti gli alberi sono completamente spogli; fa freddo e occorre coprirsi bene, con abiti pesanti, cappelli, sciarpe; alla mattina spesso c’è il ghiaccio per terra e a volte nevica.
In una stanza allestita per l’occasione, si è ricreato per tutti i bambini un ambiente invernale in cui dominava il colore bianco.
I bambini hanno osservato il colore che li circondava, toccando con mani e piedi diversi materiali e ascoltando un brano di musica classica, il concerto Inverno tratto da Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi.
La musica è cominciata quando i bambini sono «entrati nel bianco» per aiutarli a entrare in un contesto per loro nuovo: non solo osservare e toccare, ma anche ascoltare.

 

Il rifiorire della natura in primavera
In primavera sono stati evidenti i cambiamenti nelle piante nel giardino della scuola, il luogo delle esperienze quotidiane, ma si è voluto ampliare l’orizzonte e scoprire la varietà nel mondo vegetale.
Siamo andati in un parco vicino alla scuola, il “Giardino delle delizie” in via Giambellino, ben curato anche per aspetti che potrebbero sembrare secondari come per esempio il tappeto d’erba sotto le grandi piante.
Questa scelta è stata dettata dal desiderio che si potessero vedere i cambiamenti anche nelle cose piccole e apprezzarne la bellezza.
Oltre ai cambiamenti si è voluto «scoprire» la varietà e diversità del mondo della natura: dopo una «introduzione» comune, ogni gruppo ha cercato nel parco piante, foglie, fiori, erba, tutto ciò che poteva mostrare i cambiamenti della primavera.
C’erano tante piante diverse, alcune avevano le gemme altre no; la natura si stava risvegliando e il Sole era più caldo di quando si andava a scuola d’inverno, l’erba cominciava a spuntare. C’era un glicine meraviglioso: i bambini si sono accorti che il glicine è rampicante. Insieme si è anche scoperto che il tronco del glicine è grigiastro, non marrone come nelle figure che compaiono sui libri.
Hanno osservato i colori, le forme e la bellezza dei profumatissimi fiori presenti nel giardino.
Così i bambini hanno incontrato in prima persona le caratteristiche della stagione primavera, riconoscendone anche la diversità con l’inverno appena passato.

 

 

Attività in classe

 

Osservare la realtà (e rappresentarla) così com’è, è un passo importante nel cammino di conoscenza.
Per esempio, nel parco i bambini hanno notato che alcune piante hanno un tronco evidente, altre no e hanno imparato a distinguere i cespugli: è sorprendente come anche nei bambini della scuola dell’infanzia l’osservazione della realtà sia fondamentale per la formazione del linguaggio.
Sul campo i bambini osservano molto attentamente e rimangono stupiti, senza fare immediatamente domande. Sono le maestre che pongono le domande (non danno in anticipo le risposte) per focalizzare l’osservazione e quindi guidare il percorso di scoperta.
Nelle attività di classe sono stati usati tutti gli strumenti a disposizione per rendere i bambini più consapevoli del lavoro svolto.

Il disegno, un racconto «non verbale»
Il disegno, lo «strumento» con cui i bambini «raccontano» quello che hanno imparato, è stato influenzato dall’osservazione sul campo: alcuni hanno colorato tronchi e foglie usando diverse tonalità di marroni e verdi, riproducendo le sfumature della realtà.
Nella classe di Rita l’attività pittorica è partita da immagini fornite dell’insegnante (tra cui anche fotografie scattate durante l’uscita) che poi i bambini hanno copiato oppure confrontato notando le somiglianze (i fiori hanno lo stesso colore) e/o le differenze.
Nella classe di Valentina, non si sono utilizzate le fotografie dell’uscita, ma si è fatto riferimento all’albero-modello che ha un posto privilegiato all’interno della classe e che cambia aspetto secondo le stagioni, un modello aderente alla realtà modificato di volta in volta.

 

Guidare il dialogo
Durante il dialogo in classe qualche bambino ha espresso pareri fantasiosi, noi l’abbiamo riportato alla realtà. Non ci interessava tanto raccogliere tutte le opinioni dei bambini, ma guidare la riflessione per una percezione della realtà naturale così come si presenta ai nostri occhi.
La diversità dei colori e delle forme dei tronchi degli alberi rilevate al parco è rimasta nella mente dei bambini in modo sorprendente, più delle osservazioni compiute quotidianamente in giardino.
Ciò evidenzia l’importanza di momenti «forti» nella normalità della didattica.

 

 

I primi passi verso la formazione del pensiero

L’osservazione della natura, guidata dalle insegnanti, ha aperto ai bambini un mondo nuovo.
Osservare e descrivere (ovviamente in modo adeguato all’età) sono azioni che mettono in moto il pensiero. Nei bambini piccoli è molto chiaro quando, osservando, si accorgono (vedono) di oggetti e particolari che prima non notavano, è come se questi emergessero da uno sfondo indistinto.
Così può entrare in gioco, anche se in modo all’inizio poco consapevole, la rilevazione di somiglianze e differenze e la capacità di confrontare.
Man mano che i bambini raccontavano, disegnavano, o rappresentavano l’esperienza di osservazione vissuta in prima persona sul campo, soprattutto nei più grandi, è emersa una nuova capacità di notare le caratteristiche degli oggetti e di confrontarle tra di loro.
Nella riflessione in classe ci si è accorti della positività e della potenzialità formativa dell’esperienza perché i bambini si sono mostrati più attenti ai particolari, capaci di rilevare differenze e somiglianze anche in occasioni e situazioni diverse.
I bambini hanno spesso raccontato ai genitori o ai nonni aspetti, seppure frammentari delle attività svolte.
Il momento della «rappresentazione», in cui si mette a fuoco l’esperienza vissuta, ha avuto uno spazio notevole, sia nel corso dell’anno, sia nella riproposizione della storia di Carlo e Stellina sceneggiata per i genitori alla fine dell’anno.
Passi iniziali, ma basilari per il cammino che comincia.

 

 

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Rita Trecca e Valentina Goletti sono docenti della Scuola dell’Infanzia della Fondazione Grossman di Milano.
Le attività descritte sono state svolte nell’anno scolastico 2015-2016 e presentate, anche con la direttrice Paola Pizzochero, durante un’intervista realizzata a cura di Maria Cristina Speciani.

 

 

 

 

 

© Pubbliocato sul n° 63 di Emmeciquadro

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