Parlare di un’opera apologetica induce subito pensare a un lavoro giocato sulla difensiva, tanto più se l’autore è un esponente del mondo ecclesiastico e il periodo è quello dell’Ottocento positivista, dove la posizione della Chiesa Cattolica è sotto attacco e l’idea di una conciliazione tra fede e ragione non è certo quella prevalente.
Ben diversa però è la visione e la produzione culturale dell’abate Antonio Stoppani e questo saggio di Lucia Alessandrini la illustra con grande efficacia e con una approfondita considerazione del contesto culturale ed ecclesiale.
Stoppani era tutt’altro che in difesa e, oltre a dichiararlo nei suoi saggi di tipo filosofico e teologico, lo ha dimostrato nella pratica attraverso una vasta e convinta azione divulgativa, che ha come culmine il celebre Il Bel Paese, il libro cui deve la sua notorietà anche presso il grande pubblico e che ha contribuito a far apprezzare le bellezze naturali nostrane e a diffondere, presso molte generazioni di studenti, il fascino delle scienze che le descrivono e le spiegano.
Come pure il geologo, biologo e naturalista lecchese era tutt’altro che preoccupato di «conciliare» scienza e fede: incarnando una posizione molto moderna e in linea con quella che noi oggi possiamo vedere chiaramente espressa, in crescendo, nel Magistero dei pontefici degli ultimi cent’anni, teneva ben ferma la convinzione che fede e scienza trattano di due ambiti di verità ugualmente certe, ma appartenenti a due diversi ordini di conoscenza.
Quindi non si tratta di conciliazione e neppure di trovare dei punti di accordo. Stoppani mette in guardia i teologi e gli scienziati credenti dalla tentazione di scivolare nel «concordismo», dove i risultati delle scienze vengono addotti a sostegno delle verità di fede, col rischio che il possibile superamento dei primi porti con sé l’annullamento delle seconde.
La Alessandrini riassume così la posizione dell’abate geologo circa il rapporto tra scienza e fede: «anzitutto va tenuta ferma la loro indipendenza e non reciproca subordinazione; in secondo luogo la scienza, in quanto studio e contemplazione del Creato, è di aiuto alla conoscenza di Dio; infine, la scienza può essere utile alla comprensione del dogma cristiano, sia apportando nuovi argomenti in sua difesa, sia liberandolo dall’oscurità e dalle incrostazioni che non permettono di vederlo in tutta la sua chiarezza». È sorprendente la sintonia con quanto espresso da Giovanni Paolo II nell’Enciclica Fides et Ratio e in particolare nel cap. IV.
Stoppani ha sviluppato un intelligente ed efficace metodo di apologetica «non difensiva» e lo ha applicato sia nelle opere più divulgative sia in quelle più teologiche. È significativo per esempio il suo affronto del racconto del primo capitolo del libro della Genesi e di quella che veniva chiamata la «cosmogonia mosaica», approfondita in diverse opere specifiche e poi in quella, pubblicata postuma, che egli considerava il coronamento delle sue ricerche, l’Exemeron.
Spiega in proposito la Alessandrini: «giustamente Stoppani afferma che il primo versetto è da separare dagli altri, come se ne fosse il compendio, come l’intestazione del capitolo. In questo modo non viene considerato parte della narrazione, ma va interpretato, lui solo, in senso letterale, dato che enuncia il fatto della creazione, fatto non storico ma teologico. Il resto del brano è un racconto a scopo didattico e va interpretato in senso allegorico».
La proposta apologetica di Stoppani è stata da lui stesso condensata in nove massime che, se pur espresse nel linguaggio della sua epoca, presentano una singolare attualità e possono offrire utili indicazioni a tutti coloro che sono implicati nella comunicazione della scienza; le elenchiamo nell’ordine con cui l’autore le presenta: combattere la scienza con la scienza, rispettare la ragione come la fede, conoscere bene l’argomento, non pretendere di dimostrare tutto, non sostituire l’arbitrio alla ragione, non respingere i fatti ma precisare le conseguenze, usare tolleranza, usare giustizia verso gli avversari, infine, più che la conversione degli increduli proporsi l’edificazione dei credenti.
Completa il volume una piccola ma preziosa antologia di testi di Stoppani su «Fede e ragione» e su «L’interpretazione della Sacra Scrittura».




Lucia Alessandrini

Un geologo di fronte alla Bibbia.
L’opera apologetica di Antonio Stoppani fra scienza e fede

EDUSC, collana SISRI – Roma 2016

Pagine 140 – Euro 14,00

Recensione di Mario Gargantini
(Direttore della rivista Emmeciquadro)

© Pubblicato sul n° 63 di Emmeciquadro

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