Il convegno ScienzAfirenze è giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione. Con una formula oramai consolidata, rappresenta l’appuntamento finale per studenti e docenti che fin dai primi mesi di scuola hanno deciso di confrontarsi con il tema scelto dal comitato didattico per l’anno scolastico 2016-2017.
Il 27 e il 28 aprile scorsi a Firenze si sono incontrati 160 studenti e 40 insegnanti di 25 scuole secondarie di secondo grado, provenienti da 22 città di 9 regioni di tutta Italia, per discutere di «Equilibri e dinamiche nei fenomeni naturali».
Per partecipare al convegno insegnanti e studenti sono invitati a svolgere un percorso sperimentale per l’elaborazione di una tesina di ricerca. E il sottotitolo del tema, «Osservare e sperimentare nello studio delle scienze della natura», offre come sempre l’impostazione che deve caratterizzare tutti i lavori presentati. Tutti i gruppi di studenti, infatti, pur suddividendosi in biennio e triennio, declinano a loro modo il tema, elaborando un esperimento e analizzando un fenomeno naturale che li ha particolarmente colpiti.
L’obiettivo principale che caratterizza il metodo di studio che il comitato didattico di ScienzAfirenze cerca di diffondere è quello di vivere la scienza. Partendo dal fatto che tutti quelli che si incontrano al convegno, studenti e insegnanti, condividono lo stesso interesse e la stessa passione per il fare scienza, vivere la scienza significa comprendere come l’atto di fare ricerca sia un incontro tra chi vuole conoscere e la materia stessa. Questo è il motivo per cui tutti i partecipanti al convegno devono aver elaborato un proprio percorso. E su questa esperienza vissuta avviene il confronto.
Il confronto è avvenuto anche quest’anno, e continua anche dopo il convegno stesso, tra i docenti che hanno partecipato, per elaborare le ricadute didattiche che può avere questa esperienza nell’insegnamento delle proprie discipline e per la crescita dei propri studenti.
Ma il confronto è anche tra i vari gruppi di studenti e a differenti livelli. Il convegno, infatti, è associato a un concorso: una giuria esterna sceglie tra i lavori presentati dagli alunni del biennio e tra i lavori degli alunni del triennio, quelli che ritiene più meritevoli. L’elaborazione dei lavori richiede un impegno e un confronto continui fra docenti e studenti sul fenomeno indagato, rendendoli entrambi protagonisti del proprio lavoro.
Per questo ScienzAfirenze oltre ad essere un convegno scientifico nazionale è anche un’esperienza di crescita professionale e umana. Infatti, nelle testimonianze raccolte anche nelle precedenti edizioni, emergono spesso le parole «sorpresa, esperienza di un avvenimento di bellezza, nascita di un rapporto vero con i propri studenti».
L’exibit time
Un momento fondamentale all’interno del convegno, introdotto nelle edizioni più recenti, ma che sta crescendo e riscuotendo sempre più successo, è quello dell’Exibit time.
Tutti i gruppi sono infatti invitati a esporre i propri risultati e i propri apparati sperimentali, mediante l’uso di poster. Il momento è una sorta di poster session simile a quelle dei convegni internazionali, pensata proprio per permettere a tutti un confronto sulle idee emerse, sulle difficoltà incontrate e sulle soluzioni adottate.
È un momento formativo a detta di tutti i docenti che vi hanno partecipato, perché gli studenti espongono con entusiasmo quanto da loro elaborato. Si tratta quindi di un altro momento fondamentale di quel processo che porta tutti i partecipanti a provare in prima persona un’esperienza di «scienza vissuta». (si veda la documentazione relativa all’evento al link: www.diessefirenze.org/layeventi.asp?idsezione=2)
Dal mondo accademico
Un altro elemento essenziale del convegno è il contributo apportato dai due relatori invitati dal comitato didattico. Non si tratta solo di lezioni tenute da docenti universitari, ma di vere e proprie finestre sul mondo della ricerca, a volte tanto lontano dai ragazzi delle scuole secondarie. Anche i relatori declinano il titolo del convegno attraverso i propri interessi e i propri argomenti di ricerca.
Quest’anno, grazie a Pierandrea Lo Nostro, dell’Università di Firenze, abbiamo fatto un viaggio alla scoperta della realtà come successione spontanea di eventi, che coinvolgono stati di equilibrio alternati da dinamiche. Un intervento che è stato molto apprezzato soprattutto dagli studenti che frequentano il biennio, per la chiarezza delle immagini utilizzate e la semplicità con cui sono stati affrontati anche argomenti spesso difficili.
Grazie invece a Giovanni Carlotti dell’Università di Perugia abbiamo seguito con il fiato sospeso la danza dei bit sull’hard disk. Carlotti ci ha introdotto anche alle più recenti linee di ricerca affrontate da un fisico dello stato solido come lui che si occupa di stati di equilibrio e dinamica dei nanomagneti.
La capacità di attrarre l’orecchio dell’ascoltatore, gli ha permesso di magnetizzare i presenti e di ricevere una vera e propria ovazione dopo un intervento in cui ci ha raccontato come saranno fatti gli hard disk del futuro che per ora sono solamente oggetto della sua ricerca. Questa volta l’intervento è stato apprezzato soprattutto dagli studenti del triennio che avevano competenze maggiori per seguire al meglio l’esposizione.
L’esperimento in diretta
Ultimo ma non meno importante l’esperimento eseguito in diretta da un docente in collaborazione con alcuni studenti. Quest’anno Giuseppe Tassinari e i suoi ragazzi hanno preparato una misurazione delle velocità delle reazioni chimiche: passaggio dinamico tra due differenti stati di equilibrio. Gli studenti hanno coinvolto con energia tutta la platea nelle loro misurazioni, raccogliendo tempi misurati dai cronometri del pubblico che osservava con i propri occhi il cambiamento di colore di una determinata sostanza.
Si è trattato di un momento di condivisione in cui tutti i presenti hanno vissuto assieme un momento di scienza, in cui abbiamo osservato e sperimentato assieme, come recita il sottotitolo del dépliant.
In sintesi
Quanto raccontato mette in luce come l’esperienza di ScienzAfirenze sia un ottimo antidoto contro la monotonia che può accompagnare i programmi e la velocità dei programmi ministeriali. Si tratta anche di un mezzo per comprendere come insegnare ed educare non siano azioni disgiunte.
È possibile educare attraverso la scienza?
Nonostante tutto il comitato didattico sia fortemente convinto che la risposta sia affermativa, da buoni scienziati continuiamo ogni anno a metterci in gioco per avere ogni volta nuove conferme.
Per questo gli insegnanti dell’Associazione Diesse anche per celebrare i quindici-anni del convegno, propongono nel mese di Aprile 2018 la XV Edizione di ScienzAfirenze, che avrà come titolo: «Metodi e strumenti nell’indagine scientifica. Osservare e sperimentare nello studio delle scienze».
Questa volta dunque cercheremo di rendere omaggio a uno dei protagonisti del metodo scientifico, lo strumento di misura, non dimenticando che il protagonista principale è sempre il soggetto umano che tramite lo strumento analizza i fenomeni naturali, stimolando anche i docenti ad approfondire il proprio rapporto con lo strumento, il metodo di indagine, e la realtà indagata.
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Alessio Rocci
(Membro del Comitato Didattico di ScienzAfirenze, docente di Fisica al Liceo Scientifico)
© Pubblicato sul n° 65 di Emmeciquadro