Prosegue l’approfondimento del tema educazione all’affettività e sessualità, già affrontato nella intervista ad Anna Maria Assunta Negri nel n° 64 – Marzo 2017 di Emmeciquadro.
Prendiamo ora in esame più dettagliatamente il percorso formativo Teen STAR diffuso in 40 paesi del mondo, intervistando Pilar Vigil, ginecologa cilena e membro della Pontificia Accademia per la vita, cofondatrice del programma e attuale Presidente internazionale .
Il progetto ha come obiettivo quello di educare i giovani alla sessualità, partendo dalla corporeità, attraverso la conoscenza di tutti gli aspetti della persona, non esclusi gli aspetti fisiologici e psicologici, trattati in modo scientificamente rigoroso.
Per aderire al programma Teen STAR è necessaria la collaborazione di tutor qualificati, che abbiano frequentato severi corsi di formazione e di aggiornamento.
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L’Associazione Teen STAR Italia è un ente accreditato per la formazione del personale della scuola da parte del MIUR. Dal 2010 collabora con il “Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Svolge corsi di formazione in molte città; a Milano, ogni anno, la prima settimana di marzo, Pilar Vigil, in collaborazione con Raffaella Iafrate e Marina Mombelli (docenti della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica) tiene un corso di formazione.
Quest’anno il “Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia” sta conducendo una ricerca che potrà dimostrare l’efficacia e la validità scientifica del programma Teen STAR su un campione di circa 2000 ragazzi che lo hanno seguito.
[A sinistra: Pilar Vigil]
Un elemento importante è il riferimento alla Teologia del corpo di Giovanni Paolo II, ovvero il corpo inteso come dono gratuito donato e offerto in una concezione dell’amore come atto responsabile.
Abbiamo rivolto alla Presidente internazionale Pilar Vigil, ginecologa cilena e membro dell’Accademia Pontificia della Vita, alcune domande per capire meglio i contenuti di questa proposta educativa.
Come è nato Teen STAR? A partire da quali istanze ed esigenze che lei e i suoi collaboratori avete intercettato nella società? Quali gli incontri più significativi che hanno determinato la sua diffusione?
Teen STAR è iniziato a partire dalla constatazione che i giovani vivevano in modo confuso e contraddittorio le relazioni affettive a causa di una mancanza di conoscenza di sé.
Attualmente è sempre più frequente che i giovani non abbiano dei punti di riferimento tra gli adulti che li sostengano nei propri ideali; da ciò deriva la perdita di un significato da dare alla propria vita.
[A destra: Hanna Klaus]
Storicamente negli anni Ottanta del secolo scorso, l’incontro tra me e Hanna Klaus, ginecologa e suora missionaria negli USA, ha permesso l’inizio di quest’avventura anche grazie all’appoggio di Giovanni Paolo II che ci ha sempre incoraggiato ad accompagnare i giovani nella loro crescita affettiva e relazionale.
Perché, per educare all’affettività e sessualità è importante integrare le conoscenze sull’uomo degli aspetti fisiologici, cognitivi, emotivi, psicologici, relazionali, spirituali?
Noi pensiamo che è importante guardare la persona per ciò che realmente è: quando riduciamo la persona solo alla sua affettività stiamo dimenticando che l’essere umano ha la capacità di ragionare e ha anche una volontà, può esercitare la libertà.
D’altro canto, anche quando dimentichiamo l’affettività riduciamo la persona, perché l’affettività è parte della persona. Il nostro obiettivo è integrare l’aspetto razionale con la componente affettiva.
Pur considerando le due istanze, molte volte tendiamo a omettere l’una o l’altra che, invece, agiscono contemporaneamente. La maturità personale si raggiunge quando, in ogni situazione, riusciamo a integrare la ragione con le emozioni.
Con Teen STAR diamo degli strumenti solidi per accompagnare i giovani a scoprire la loro identità personale. È importante che gli strumenti che usiamo in questo accompagnamento siano concordi con la realtà delle persone che incontriamo.
In che senso? Noi diamo ai ragazzi gli strumenti per evitare la manipolazione che avviene quando non conoscono come sono fatti.
L’unico modo per generare una solida identità personale è non essere manipolabili, ma, per raggiungere questo obiettivo, è necessario conoscersi. Bisogna conoscere gli aspetti biologici, emotivi, intellettuali, sociali e trascendenti della persona.
La conoscenza integrata di tutti questi aspetti fornisce elementi per la formazione dell’identità personale che è il cammino di ciascuno.
Può sinteticamente riassumere quali sono le principali fasi evolutive del bambino fino all’età adolescenziale in riferimento al suo sviluppo fisiologico a cui si associa uno sviluppo cognitivo, emotivo, psicologico e relazionale? In particolare mi interessa che chiarisca l’importanza per l’educatore di conoscere tali fasi al fine di fornire risposte adeguate senza bruciare prematuramente le tappe.
Dobbiamo tener presente che il bambino ha una mentalità concreta. Cosa significa? Che il bambino fa quello che «sente», quello che vede lo vuole subito.
Se il bambino ha fame, vuole mangiare; non posso dire al bambino: «aspetta perché questo cioccolatino ora non fa bene al tuo metabolismo o altro …». Il bambino ha fame, per questo vuole mangiare. A una mentalità concreta si risponde con una cosa concreta, se il bambino ha fame posso, non per molto tempo, intrattenerlo con un giocattolo per esempio.
Quando comincia la pubertà e l’adolescenza la persona comincia ad acquisire una capacità di astrazione. Cosa significa? È capace di proiettare le conseguenze che nel futuro avranno le sue azioni, per questo è necessario il dialogo, il modo con cui dialoghiamo con gli adolescenti è diverso da come dialoghiamo con un bambino.
Con un bambino devo essere molto concreto, le mie risposte devono essere brevi e le attività che propongo il più possibile concrete. All’adolescente, invece, può essere proposto di riflettere su un tema in questione a partire dalle sue esperienze innescando delle discussioni.
Dall’infanzia e per tutto l’arco dell’età evolutiva, l’uomo attraversa diverse tappe. In ogni processo educativo occorre tener presente a quale fase dell’età evolutiva ci stiamo rivolgendo. Facendo riferimento alle fasi di sviluppo descritte da Erik Erikson (1902-1994), tra 0 e 1 anni il bambino deve acquisire la fiducia, poi l’autonomia e l’iniziativa, finalmente tra i 6 e i 12 anni la competenza.
Nell’adolescenza è molto importante acquisire l’identità, perché i ragazzi possano avere degli amici, e conquistare la consapevolezza della propria capacità generativa, raggiungendo la fase dell’integrazione con tutti gli aspetti dell’umano.
Se queste conoscenze, che ho espresso in modo sintetico, non sono tenute presenti da parte del tutor Teen STAR (o dell’adulto genitore, insegnante, eccetera), c’è il rischio che si forniscano risposte non pertinenti.
Se, per esempio, un giovane di 15 anni chiede al tutor quali anticoncezionali usa, prima di tutto bisogna che egli abbia presente che nell’età adolescenziale talvolta le domande sono semplicemente poste per provocare l’adulto; in tal caso occorrerà prima di tutto mostrare la propria autorevolezza richiamando a un atteggiamento di serietà e all’obiettivo del corso che non è quello di mettere a nudo la propria sfera più intima.
Per fare un altro esempio, se un bambino di 9 anni chiedesse: a cosa serve il Viagra? basterà dirgli che è una medicina, non entrando nello specifico: è importante mantenere una certa riservatezza rispetto a questi temi avendo cura di rispettare le fasi evolutive della persona.
In questo senso il corso per i ragazzi di 12 e 13 anni approfondirà gli aspetti fisiologici osservabili nel proprio corpo (ciclo mestruale nelle ragazze, eventuale stimolo di erezione nei ragazzi precisando la differenza rispetto all’eccitazione) senza entrare in merito troppo esplicitamente e approfonditamente al rapporto sessuale, alle malattie sessuali, (solo brevemente accennate) e ad aspetti legati alla relazione di coppia, come invece avviene a partire dai 18 anni circa.
Il corso per diventare tutor rivolto agli educatori consente di comprendere l’origine di alcuni disturbi alimentari, dell’abuso di droghe e/o alcool, di comportamenti devianti come il bullismo o la maternità precoce diffusi tra i giovani e gli adolescenti.
Ci può dire qualcosa rispetto a queste problematiche soprattutto dal punto di vista fisiologico specificando se e in che misura siete riusciti a testare la capacità del corso di ridurre alcuni di questi problemi?
La persona, conoscendo la fisiologia del suo corpo, può prendere delle decisioni più consapevoli e dunque più razionali. Facciamo qualche esempio.
Se una ragazza viene a conoscenza che bevendo l’alcol la sua pelle sarà più facilmente acneica, (l’alcol contenendo molto zucchero aumenta nella donna la produzione del testosterone) berrà l’alcol ogni tanto. Se mangia molto poco e comprende che, riducendo drasticamente l’alimentazione, avrà una maggiore tendenza alla depressione (il tessuto adiposo contiene la leptina che stimola la produzione degli estrogeni), è più probabile che si preoccuperà di seguire una dieta equilibrata. Allora conoscere la biologia e come gli ormoni influiscono sul comportamento aiuta i ragazzi ad avere strumenti molto concreti per vivere meglio.
Le donne possono conoscere, attraverso il riconoscimento dei segnali di fertilità, (umidità e secchezza a livello vulvare) gli elementi necessari per scoprire se hanno molti o pochi estrogeni. Un adeguato livello di estrogeni, da alle donne una sensazione di benessere; se il livello è basso, la donna ha una certa tendenza all’apatia e a una minore sensazione di benessere; viceversa, se la quantità di estrogeni è troppo alta, avvertirà uno stato di gonfiore.
Le donne possono riconoscere con dei segnali molto semplici il livello dei loro ormoni ed è ormai ben noto come gli ormoni influiscano sugli stati d’animo.
Per gli uomini accade il contrario, dal punto di vista della produzione ormonale: se il ragazzo è troppo grasso (il tessuto adiposo fa aumentare il livello di leptina e quindi la produzione di estrogeni) avrà un livello di estrogeni molto superiore e questo influirà in modo evidente sul suo comportamento. Se non avesse estrogeni, difficilmente si noterebbe un’alterazione nel comportamento.
In sostanza è opportuno che i ragazzi conoscano le conseguenze di certe abitudini alimentari: esse influiscono moltissimo sugli ormoni che regolano l’apparato riproduttivo e questi a loro volta agiscono sull’organizzazione e l’attivazione delle reti neuronali e quindi sullo sviluppo delle capacità cognitive, sull’umore e il comportamento.
Queste conoscenze sono importanti anche per altre sostanze di cui ragazzi possono fare uso: dal tabacco agli stupefacenti, dall’alcool agli anabolizzanti usati per garantire prestazioni fisiche sportive migliori. Notiamo che, cominciando ad acquisire una serie di strumenti pratici, di conoscenze personali, sono aiutati a prendere decisioni migliori per la cura di sé perché sono più consapevoli oltre che maggiormente informati.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda rimando alla lettura delle nostre pubblicazioni presenti sul sito www.teenstar.it.
Alcune provengono dalle nostre ricerche mediche, altre sono articoli raccolti da siti o giornali che riteniamo interessanti per il nostro compito. Da questo punto di vista direi che anche noi siamo sempre in cammino e ci aggiorniamo continuamente arricchendo i nostri corsi di contenuti.
Gli articoli contribuiscono a riflettere riguardo a problematiche diffuse tra i nostri giovani (oltre a quelle citate, per esempio, il cyberbullismo, il tempo dedicato all’uso di computer, eccetera).
C’è ancora tanta strada da fare per quanto riguarda una verifica a tutto tondo di tipo scientifico e statistico dell’efficacia di questo corso sui giovani. Il dato qualitativo che riscontriamo è che tutti i tutor impegnati con i ragazzi riportano un’esperienza positiva e un notevole cambiamento nella modalità di relazionarsi con i coetanei.
Per fare un esempio quantitativo, in Cile abbiamo fatto una ricerca longitudinale su un campione di 1259 ragazze della scuola secondaria di secondo grado, divise in due gruppi omogenei. Tra quelle che avevano frequentato Teen STAR la percentuale di gravidanze è stata del 3,3%, rispetto al 18,9% dell’altro gruppo.
L’anno successivo abbiamo riscontrato un dato simile (il 4,4% aveva avuto una gravidanza rispetto al 22,6% dell’altro gruppo).
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A cura di Nadia Correale
(Docente di Matematica e Scienze presso la Scuola Secondaria di primo grado e membro della Redazione della rivista Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 65 di Emmeciquadro