Il volume propone un percorso affascinante attraverso i passaggi che hanno segnato un importante momento di sviluppo delle conoscenze nel campo della fisica dei fenomeni elettrici e magnetici e che ha portato alle equazioni di Maxwell, sintesi potente dell’elettromagnetismo e apertura verso i nuovi mondi della relatività ristretta e della meccanica quantistica.
Particolarmente interessante è il modo con cui l’autore accompagna il lettore in questo percorso. La descrizione delle scoperte è sempre all’interno della narrazione della vita degli scienziati di cui si parla nel volume: Hans Christian Oersted, André-Marie Ampère, Michael Faraday e James Clerk Maxwell. Vengono messi così in evidenza il ruolo della storia personale e l’importanza del contesto culturale e sociale nello sviluppo delle idee e dei modelli teorici e nella progettazione degli esperimenti.
La continua e tenace ricerca di un legame tra fenomeni elettrici e fenomeni magnetici, che stimolò e accompagnò gli scienziati dell’Ottocento, risentì dell’influenza della filosofia dalla Natura del romanticismo tedesco, la Naturalphilosophie, secondo la quale tutte le forze della natura dovevano essere espressioni di un’unica forza originaria.
Parlando di sé in terza persona Oersted infatti scrive, come riportato a pagina 112 del volume, «Per tutta la sua carriera di studioso egli aderì all’opinione che gli effetti magnetici sono prodotti dalle stesse forze che producono gli effetti elettrici. A condurlo a ciò non erano state tanto le ragioni comunemente addotte a sostegno di tale opinione, quanto il principio filosofico secondo cui tutti i fenomeni sono prodotti dalla stessa forza originaria».
Il testo fa emergere anche l’importanza della fitta rete di contatti, personali ed epistolari, tra gli studiosi dell’epoca con un continuo scambio di informazioni, notizie e dati, non raramente accompagnati da discussioni spesso polemiche. Questi contatti sottolineano anche il ruolo importante dell’attività sperimentale nello sviluppo delle conoscenze scientifiche in quell’epoca, che il testo mette molto chiaramente in evidenza.
Faraday, considerato fra i più grandi sperimentatori di tutti i tempi, scriveva infatti ad Ampère (p. 191): «Sono per natura scettico nei confronti delle teorie e di conseguenza vi prego di non serbarmi rancore se non accetto immediatamente la vostra». Ancora Faraday scriveva a un amico (p. 213): «Mi conforta non poco costatare che l’esperimento non deve temere il confronto con la matematica, e anzi è in grado di eguagliarla in fatto di scoperte».
Il volume è di lettura molto gradevole, si tratta quasi di un romanzo in cui le vite dei diversi scienziati si incontrano e si intersecano, con le loro vicende personali, le loro difficoltà, le loro ansie e i loro successi.
Molto dettagliati sono i riferimenti a una ricchissima bibliografia, con rimandi sia alle opere originali sia a trattati e saggi più recenti; citazioni da testi originali o da lettere sono presenti all’interno del testo.
A volte la presenza di figure o disegni sarebbe stata di aiuto alla comprensione; infatti, nello sviluppo del discorso è spesso presente la descrizione di esperimenti, eseguiti con strumenti o procedimenti non più attuali, di cui, senza un’immagine, si rischia di non cogliere aspetti importanti.
Il testo è sicuramente adatto anche a lettori non esperti. L’ambizioso obiettivo dichiarato dall’autore al termine dell’Introduzione: «[…] destare interesse per un passaggio così importante nella storia della scienza e dell’umanità in quei lettori, giovani e meno giovani, che solitamente si tengono a distanza dalle opere di argomento scientifico.» è sicuramente raggiunto.
Fabio Toscano
Una forza della natura
La scoperta dell’elettromagnetismo e delle sue leggi nell’Ottocento romantico
Sironi Editore – Milano 2017
Pagine 426 – Euro 22,00
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Recensione di Mario Guzzi
(Già Professore Ordinario di Fisica sperimentale presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca)
© Pubblicato sul n° 66 di Emmeciquadro