Nel libro Vita Activa. La condizione umana, scritto dopo il lancio del primo satellite spaziale sovietico, Hannah Arendt scriveva: «Quest’uomo del futuro, che gli scienziati pensano di produrre nel giro di un secolo, sembra posseduto da una sorta di ribellione contro l’esistenza umana come gli è stata data, un dono gratuito proveniente da non so dove (parlando in termini profani), che desidera scambiare, se possibile, con qualcosa che lui stesso abbia fatto».



L’autore Mark O’Connell in questo libro Essere una macchina sostiene che la ribellione contro l’esistenza umana come ci è stata data descrive bene il movimento del transumanesimo.

Per coloro che si riconoscono in tale movimento la morte per vecchiaia sarebbe una malattia debellabile e la tecnologia potrà permetterci, fondendoci con le macchine, di potenziare il corpo e la mente.



Nel libro si passano in rassegna i principali tentativi di dare corpo a questa prospettiva.

• L’ibernazione dell’intero corpo o della sola testa per una rivitalizzazione futura (peraltro tutta da scoprire) degli stessi; per il corpo intero a fronte di soluzioni trovate a malattie che al momento dell’ibernazione risultavano non curabili e per la testa a fronte della raggiunta capacità di un completo upload dei contenuti del cervello su computer che ne permettano la vita senza fine.

• L’upload del cervello su computer che, liberando la mente dai vincoli temporali del sostrato corporeo, ne garantiscano la vita senza limiti temporali e nella connessione a esoscheletri molto più dotati del corpo umano ne aumentino potenza, resistenza e operatività.



• L’individuazione dei meccanismi di invecchiamento delle cellule del corpo umano e conseguente capacità di allungamento della vita biologica come la conosciamo.

L’autore sostiene di non essere transumanista, ma di avere fatto questo cammino di indagine sul movimento a fronte degli orrori e delle perversioni, tipicamente umane, della realtà dell’invecchiamento, della malattia e della morte, cioè dell’idea che questa condizione umana possa non essere un destino ineluttabile.

Descrive nel libro i personaggi e le teorie che prefigurano la «singolarità tecnologica», ovvero il momento in cui non vi sarà più distinzione tra umani e macchine.

Rispetto alla prospettiva futura disegnata sostiene che «l’unica cosa vera che posso dire è di avere visto il presente e farci i conti è già abbastanza strano: è pieno di strani individui, di strane idee e di strane macchine […] il futuro non esiste o esiste solo come simulacro allucinatorio del presente, una favola consolatoria, o una terrificante storia dell’orrore che ci raccontiamo per giustificare o condannare il mondo in cui viviamo, il mondo costruito intorno a noi, mossi dai nostri desideri a dispetto della nostra ragionevolezza».

Mark O’Connell
Essere una macchina
Adelphi Edizioni – Milano 2018
Pagine 260 – Euro 12,99

Recensione di Renzo Gorla
(Redazione Emmeciquadro)