La ricerca per migliorare e aiutare la diagnosi di positività a Sars-CoV-2 prosegue senza sosta. Vista la difficoltà nel processare tanti tamponi, arriva l’algoritmo che con un emocromo aiuta a capire se una persona è positiva al Covid. Lo ha sviluppato un gruppo di ricercatori italiani. Basta applicarlo ad un semplice esame del sangue, poi la lente del Machine Learning (apprendimento automatico) fa il resto. Il lavoro dei professori Federico Cabitza (Università degli Studi di Milano-Bicocca) e Anna Carobene (IRCCS San Raffaele), svolto insieme ad altri ricercatori, è stato pubblicato su Clinical chemistry and Laboratory medicine. Il programma di Intelligenza artificiale ha analizzato le analisi del sangue di 1.624 pazienti – di cui 786 positivi e 838 negativi – ricoverati al San Raffaele all’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano dal 19 febbraio al 31 maggio scorso. Da questa analisi, spiega il Corriere della Sera, è stato possibile sviluppare un algoritmo che consente di avere una risposta in tempi rapidi e meno costosi sulla eventuale positività rispetto al tampone naso-faringeo.



EMOCROMO E ALGORITMO NON ALTERNATIVA A TAMPONE

L’algoritmo ha una sensibilità del 92% su dati molto diversi. La probabilità che questo test identifichi correttamente con emocromo il positivo tra due soggetti di cui uno è negativo è in media del 95%, quindi è molto alto. In ogni caso, questo sistema non viene proposto come alternativa al tampone naso-faringeo, ma come complemento che può essere utile in fase di triage per una gestione tempestiva dei pazienti o per monitorare i pazienti ricoverati. Del resto, l’emocromo è un esame economico (costa 10 volte meno del tampone) e richiede meno tempo per l’elaborazione del risultato. In questo modo non si sovraccaricano laboratori che sono già saturi per emergenza Covid. Come riportato dal Corriere della Sera, i ricercatori spiegano che in associazione al tampone molecolare si può arrivare al 99% di sensibilità e quindi avere un test “combinato” o multiplo ancor più attendibile. L’ideale sarebbe arrivare ad una certificazione e standardizzazione del processo. Nel frattempo, i ricercatori stanno lavorando per testare l’algoritmo sui dati di molte altre strutture, anche estere.

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