I dati rilevati di recente mostrano un incremento di casi di encefalite da zecca in Francia sebbene i numeri siano ancora decisamente contenuti. Tra il 2021 e il 2023 sono stati rilevati infatti in totale 71 casi e le persone maggiormente colpite sono state finora uomini al di sopra dei 50 anni. Non sono mancati comunque anche alcuni casi tra bambini. Queste rilevazioni, come riporta La Croix, provengono dal Public Health France.
Basta un morso da zecca infetta. E da qui si può sviluppare il virus dell’encefalite. Nella maggior parte dei casi è asintomatico ma può anche sviluppare alcuni sintomi spesso confondibili con altre patologie. Dopo un periodo di incubazione di una o due settimane, la malattia inizia improvvisamente a manifestarsi come influenza, con sintomi febbrili, mal di testa e brividi. Niente di particolarmente preoccupante quindi e difficilmente dà risvolti letali. Dopo infatti pochi giorni la febbre scompare e ogni altro sintomo regredisce. Il periodo di diffusione massima si ha nel periodo primaverile/estivo.
ENCEFALITE DA ZECCA, QUANDO DERIVANO CONSEGUENZE GRAVI DI SALUTE
Sebbene si tratti di un virus a bassa letalità non sono esclusi anche risvolti più seri. Potrebbero infatti verificarsi “sequele significative a seguito di danni al sistema nervoso centrale” come ha osservato Alexandra Mailles, epidemiologa di Public Health France. Le conseguenze gravi a cui si fa riferimento sono le possibilità di sviluppare paralisi delle spalle e delle braccia, con un’incidenza di un caso su due. Questo rischio, seppur basso, è più probabile nei bambini che negli adulti secondo l’Institut Pasteur de Lille.
Allo stato attuale non è previsto alcun trattamento per controllare la malattia. La diagnosi si basa sulla ricerca della presenza di anticorpi. Esiste un vaccino ma, in caso di infezione, al momento non esiste una cura per arginare la malattia. Vengono prescritti solo farmaci per ridurre i sintomi febbrili. Quanto alle cause scatenanti la sua diffusione rimangono ancora poco conosciute. Si sa solo che alcuni dei casi sono spiegati da attività ricreative che si svolgono in aree boscose e umide, dove le zecche sono più numerose, come l’escursionismo o il campeggio.