È la tecnologia numero uno per le nuove costruzioni. Ma anche una di quelle più utilizzate per le ristrutturazioni. Le pompe di calore sono ormai una delle opzioni più gettonate per chi vuole salvaguardare l’ambiente affidandosi all’energia verde, evitando di ricorrere ai combustibili fossili e ottenendo anche risparmi sulla bolletta per garantire il riscaldamento, il raffrescamento e l’acqua calda per un edificio.
Un sistema, utilizzato anche da Mitsubishi Electric, che consente di produrre calore grazie a fonti rinnovabili e gratuite, ricavandolo dall’aria, dall’acqua e dal sottosuolo. E che proprio per questo, in un momento in cui l’Unione Europea spinge verso la transizione ecologica e la riduzione delle emissioni, ha raccolto i favori di costruttori e acquirenti.
I dati sono lì a dimostrarlo: secondo l’European Heat Pump Association nel 2020 nel Vecchio Continente le pompe di calore hanno realizzato un significativo +19% nelle vendite. Mentre in Italia, questa volta citando i numeri resi noti da Assoclima, nel 2021 rispetto all’anno precedente hanno fatto registrare addirittura un incremento del 120%. Una tecnologia applicata diversamente secondo la fonte di energia che viene utilizzata. Ci sono, infatti, quattro tipi di pompe di calore: quelle aria-acqua, che sfruttano l’energia dell’aria esterna e la trasferiscono all’acqua dell’impianto, quelle aria-aria che trasferiscono l’energia termica tra l’aria esterna e l’aria interna per consentire il riscaldamento e il raffrescamento; infine, quelle acqua-acqua, dove l’energia termica arriva dall’acqua di falda, e le geotermiche, in cui si attinge, invece, dal sottosuolo.
Le pompe più diffuse sono le prime, che funzionano secondo un ciclo frigorifero per cui il calore passa da un fluido più freddo, l’aria esterna, a un fluido a uno più caldo, quello dell’acqua dell’impianto di riscaldamento o dell’acqua sanitaria. Si può ottenere anche l’effetto inverso: il raffrescamento. Per ottenere il quale si sfrutta il principio che sta alla base del funzionamento di un frigorifero per trasferire il calore stavolta da un fluido più caldo, l’acqua dell’impianto, a uno più freddo, l’aria esterna. Una tecnologia assolutamente vantaggiosa perché utilizza un solo impianto per raggiungere diversi obiettivi: Il riscaldamento, il raffreddamento e la produzione di acqua calda sanitaria. E tutto ciò collegandosi a un impianto fotovoltaico e senza emissioni inquinanti.
Consumi contenuti, efficienza e attenzione all’ambiente sono le caratteristiche anche delle pompe di calore aria-acqua di Mitsubishi Electric, che in questo campo ha sviluppato una linea dedicata chiamata Ecodan. Capace di garantire il raggiungimento delle classi più alte di efficientamento energetico. Le unità esterne R32 SUZ-SWM prodotte dalla multinazionale giapponese, uno dei colossi a livello mondiale nel campo dei pannelli fotovoltaici e del condizionamento, usano il gas refrigerante R32, che ha un basso GWP (Global Warming Potenzial) proprio per assicurare la riduzione delle emissioni che producono l’effetto serra. Se sono abbinate ai moduli interni D-generation permettono di ottenere la classe A+++ per quanto riguarda il riscaldamento e la A+ per la produzione di acqua calda sanitaria.
Una soluzione per tutti gli impianti, con prestazioni garantite fino a -20° e temperatura d’acqua fino a 60°. Moduli interni che hanno permesso di ridurre da 4 a 1 litro per Kw di potenza dell’unità esterna il quantitativo minimo di acqua di impianto. D-generation contempla due tipi di soluzioni possibili: Hydrobox (installate a parete con la possibilità di un bollitore esterno per l’acqua sanitaria) e Hydrotank (installate, invece, a pavimento e che prevedono un bollitore di acqua sanitaria integrato). Queste ultime sono particolarmente indicate per gli edifici residenziali: non è necessario aprire un cantiere, non sono ingombranti e offrono garanzie anche dal punto di vista estetico. Uno dei vantaggi di Hydrobox, infine, è l’installazione Inwall, un sistema di incasso esterno che non toglie spazio all’interno dell’edificio, soprattutto se è nuovo o comporta una ristrutturazione rilevante.
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