Il prezzo dell’energia in Italia continua a essere alto. Lo sanno bene gli italiani alle prese quest’anno con un “caro bolletta” che si aggiunge alle altre voci di spesa in crescita nonostante la crisi. Recentemente Confartigianato ha evidenziato che il costo della bolletta energetica nel nostro Paese è cresciuto del 26,5% in dodici mesi, raggiungendo il livello più alto degli ultimi venti anni. «In quel 26,5% – precisa Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas – ci sono anche gli incrementi della benzina, ben più elevati rispetto a quelli delle bollette dell’elettricità e del gas, a fronte dei quali la nostra Autorità ha già avviato una serie di iniziative di riforma degli assetti del mercato, che si confermano ancor più necessarie tenuto conto della difficile congiuntura».



Quali interventi le istituzioni (tra cui la vostra authority) possono mettere in campo per migliorare la situazione?

Sul fronte del gas, sono state definite alcune riforme, quali l’avvio del mercato del bilanciamento dal 1° dicembre scorso, con sicuri effetti positivi sulla concorrenza e per i consumatori. Sarà così possibile adottare un nuovo metodo di aggiornamento dei prezzi per famiglie e piccoli clienti, meno basato sui contratti di lungo periodo – indicizzati al petrolio – e tale da riflettere gradualmente, e in modo più fedele, l’andamento del mercato italiano del gas (che rispecchierà l’incrocio domanda/offerta). L’Autorità dedicherà particolare attenzione anche al tema della gestione della capacità di interconnessione con i gasdotti esteri, con l’obiettivo di studiare le opportune misure in sede Ue.



E per quanto riguarda l’energia elettrica?

Per l’energia elettrica, stiamo analizzando le conseguenze del forte incremento della potenza installata di fotovoltaico, per garantire il mantenimento in sicurezza della rete elettrica e il contenimento dei costi. In ogni caso, abbiamo allo studio alcune misure di maggior responsabilizzazione dei produttori elettrici da fonte rinnovabile nei riguardi dei maggiori costi che questi impongono al sistema nel suo complesso. Ciò al fine di alleviare al consumatore finale il “conto” sopportato in bolletta per queste fonti intermittenti di energia.



Quali accorgimenti possono invece usare i consumatori per far fronte al “caro bolletta”?

I consumatori – già oggi, e sempre più nel futuro – devono informarsi sulle opportunità commerciali sul mercato, valutare con cura e confrontare prima di scegliere: in sintesi, il “segreto” è quello di essere sempre più “consapevoli” dei propri diritti e attivi nella scelta del proprio fornitore e del tipo di fornitura più appropriato per le proprie specifiche esigenze.

 

Sono trascorsi più di dieci anni dalla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia. Che bilancio se ne può fare?

 

Nel settore elettrico abbiamo assistito a investimenti in nuovi e più efficienti impianti di generazione, insieme a una concorrenza sempre più dinamica. Tuttavia, l’impetuosa crescita delle rinnovabili ha determinato profonde trasformazioni nel sistema e richiede una nuova filosofia di progetto e di esercizio delle reti, per adattarle alle caratteristiche di intermittenza e di limitata programmabilità; se vogliamo che la generazione distribuita divenga a pieno una risorsa per il Paese, dobbiamo individuare nuovi meccanismi che contribuiscano a gestire il cambiamento e a orientarlo verso nuovi equilibri che accrescano il benessere collettivo. Siamo di fronte a una sfida complessa.

 

Di che cosa si tratta?

 

Da un lato resta molto da fare sul fronte liberalizzazioni, anche se un buon percorso è stato fatto, e dall’altro occorre contenere al massimo gli oneri e dare il giusto impulso a energia verde ed efficienza energetica. Dobbiamo essere più concentrati sulle priorità, più selettivi in termini di misure visto il contesto generale di grandi ristrettezze, più innovativi anche come regolazione pro-mercati e pro-infrastrutture.

 

Quali sono i miglioramenti che ancora si possono apportare a beneficio del mercato e quindi dei consumatori?

 

Affinché la concorrenza possa pienamente dispiegare i propri effetti, è sempre più necessario promuovere la capacità di valutazione da parte del consumatore affinché la sua scelta non sia solo facile e meno costosa, ma sempre più consapevole. L’Autorità è impegnata a informare in modo chiaro, trasparente, attendibile e corretto sulle novità introdotte, sulle condizioni dei servizi, sui diritti e le tutele previste. Come ho detto, l’obiettivo è quello di rendere i consumatori veri protagonisti, “attivi” sul mercato, cioè in grado di scegliere compiutamente fra le diverse soluzioni in modo sempre più libero e consapevole.

 

Confartigianato ha anche segnalato come il prezzo del gas in Italia sia aumentato molto più che negli altri paesi europei. Da cosa dipende?

 

Nel 2010, i consumatori domestici hanno pagato un prezzo del gas, al lordo delle imposte, superiore al prezzo medio europeo, con scostamenti crescenti per le classi di consumo più alte, in conseguenza di un livello d’imposizione fiscale più elevato. Per le imprese, al netto delle imposte, i livelli di prezzo risultano in linea con la media europea, con scostamenti di uno o dell’altro segno limitati per tutte le classi di consumo.

 

Cosa si può fare per migliorare la situazione?

L’obiettivo di prezzi più allineati a quelli europei richiede nuove infrastrutture di interconnessione, rigassificazione e stoccaggio nel contesto di una politica di forte integrazione con i mercati europei e un’azione dell’Europa per aumentare la diversificazione delle forniture. La “ricetta” qui è quella di consentire all’Italia una maggiore coesione con i mercati europei e di aumentare la potenzialità d’ingresso di gas anche non convenzionale dai mercati mondiali. In tre parole, insomma: infrastrutture, infrastrutture, infrastrutture.

 

Ultimamente si sta diffondendo il fenomeno di vere e proprie “truffe” nei contratti di fornitura di energia elettrica e gas. Quante segnalazioni di questo tipo raccoglie il vostro “Sportello per il consumatore di energia”?

 

Il problema dei contratti non richiesti è al centro della nostra azione per garantire la tutela dei consumatori, visto il continuo aumento di queste segnalazioni. Fino a oggi, in due anni, i reclami pervenuti al nostro Sportello sono stati 4.779, con un incremento di quasi il 50% rispetto al dicembre 2009; oltre la metà dei casi riguarda il settore elettrico.

 

Dati allarmanti.

 

Questi dati alzano il nostro livello d’attenzione, che è una spiacevole conseguenza dell’entrata in vigore delle liberalizzazioni. Si tratta di un fenomeno negativo, che può creare un clima di sfiducia nei consumatori. Infatti, è in gioco la credibilità stessa del mercato: anche se si trattasse di un singolo caso isolato, non è possibile rimanere silenti. Questo perché i contratti non richiesti rappresentano un’antipatica patologia che sottende un’intollerabile azione fraudolenta.

 

Ci può descrivere i casi più comuni dei reclami raccolti?

 

La casistica più frequente riguarda le contestazioni di firme ottenute dagli agenti commerciali che assumono comportamenti omissivi o che forniscono informazioni errate; le contestazioni per la falsificazione delle firme; oppure le contestazioni per il mancato rispetto del diritto di ripensamento correttamente esercitato dal cliente finale.

 

Tra le soluzioni a questo fenomeno ci sono anche casi di accordi tra operatori del mercato e associazioni dei consumatori. Cosa ne pensa?

 

Lo stretto monitoraggio e un fattivo rapporto di collaborazione tra le parti coinvolte sono la base per arrivare a delle soluzioni che riescano a debellare il fenomeno e soddisfare tutti i soggetti colpiti. I contratti non richiesti, infatti, non creano dei danni solo ai consumatori, ma anche agli operatori stessi, i quali vedono venir meno la fiducia nei loro confronti. Come ho detto, quindi, ben vengano le azioni spontanee delle imprese per arginare questo problema.

 

Ci saranno interventi anche dell’Autorità stessa?

 

Per intervenire, l’Autorità ha già convocato delle audizioni specifiche, coinvolgendo tutte le parti interessate, con lo scopo di arrivare presto a soluzioni efficaci, tempestive e soprattutto condivise con gli operatori e le associazioni del settore energetico, i consumatori e gli altri soggetti coinvolti. Abbiamo di recente consultato una serie di misure che dovrebbe “attaccare” il fenomeno e ridurlo: esse vanno dal miglioramento delle best practices degli operatori che le adottano in via di auto-regolazione a interventi più strutturali sul lato regolatorio dell’Autorità.

 

(Lorenzo Torrisi)