Buone notizie per i consumatori. Tra le pieghe del decreto sulle liberalizzazioni è contenuta una norma che prevede una rimodulazione tariffaria in grado di determinare bollette del gas più congrue. «Quantificare la riduzione dei costi non è impresa possibile; dipenderà, infatti, dall’andamento dei mercati internazionali. Tale andamento è imprevedibile per definizione. Tuttavia, ciò che è certo è che un dato tipo di consumatore beneficerà di prezzi inferiori, più “giusti”», afferma, raggiunto da ilSussidiario.net Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni. Che decifra il provvedimento di non semplice interpretazione: «I prezzi, sul mercato del gas, come in quello elettrico, sono liberi dal 2003; chi, tuttavia, ancora non ha scelto, sul mercato libero, il proprio fornitore – ovvero non ha mai firmato alcun contratto – e si trova ancora nel mercato vincolato, avendo come fornitore, quindi, l’Eni o una municipalizzata, paga in base alle tariffe di riferimento stilate ogni tre mesi dall’Autorità garante per l’energia elettrica e il gas».
Una buona fetta di popolazione, quindi, dal momento che si stima che la maggior parte degli italiani è ancora nel vecchio regime. Ebbene, «il decreto prevede che, nel determinare tali tariffe, l’Autorità dovrà tenere conto del prezzo del gas praticato anche negli altri mercati europei. Questo aggancerà le tariffe amministrate a un indicatore del rapporto effettivo tra domanda e offerta, (il prezzo di mercato), e non più soltanto a indicatori indiretti, quali il prezzo del greggio o di un mix di prodotti derivanti dal greggio».
Occorre, a questo punto, dire qualche parola in più sul funzionamento del mercato: «Il fornitore può comprare il gas in borsa o attraverso contratti a lungo termine sui mercati internazionali. Tali contratti sono indicizzati ai prezzi del petrolio e ai prodotti derivati. Se anche le tariffe sono indicizzate al medesimo tipo di paniere, il prezzo per il consumatore si muove parallelamente al costo per l’importatore». Il che, per chi paga la bolletta, non è il massimo: «In tal caso, infatti, il prezzo per il consumatore non incorpora alcuna informazione effettiva sul rapporto tra domanda e offerta».
Ecco come incide il provvedimento contenuto nel pacchetto sulle liberalizzazioni: «Il decreto afferma che il prezzo non dovrà essere indicizzato al costo, ma riflettere le condizioni del mercato. E, per incorporare le condizioni del mercato, occorre confrontare i prezzi dei mercati liberi, quindi, sulle principali borse europee del gas». Le norma, in tal senso, è obbligante: «si tratta di un vincolo oggettivo che l’autorità dovrà recepire. Ovviamente, secondo tempi e modalità a lei consone». E il consumatore che, invece, ha scelto il mercato libero? Godrà anch’esso di un calmieramento dei prezzi? «Di norma – spiega Stagnaro -, chi ha firmato dei contratti, già gode di condizioni migliori»