Su 100 euro di spesa per i consumi, le famiglie italiane ne spendono 7,40 per le tariffe. E negli ultimi 5 anni la spesa media per i cinque servizi pubblici locali è aumentata di 350 euro. Lo rende noto con uno studio Confesercenti. Dal 2007 al 2011 infatti le tariffe sui servizi pubblici locali (rifiuti, acqua, trasporti, gas ed elettricità) sono cresciute in media del 18%, a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 10%.



Nel dettaglio, l’unica tariffa a tenersi più bassa dell’inflazione media nel quinquennio è stata quella dell’energia elettrica (+2,9%), mentre quella dell’acqua potabile ha fatto segnare l’aumento più sensibile (+33%). Se nel 2007 un nucleo medio famigliare spendeva in un anno circa 1486 euro per i servizi pubblici locali più rilevanti, nel 2012 la spesa ha raggiunto i 1840 (+350 euro). Il maggior costo è così ripartito: per i rifiuti 33 euro in più, 54 per l’acqua potabile, 35 per i trasporti locali, 66 per l’energia elettrica e 165 per il gas domestico.



Ma anche nel 2012 la corsa non si ferma. I rincari che si faranno sentire più di tutti saranno quelli dell’energia elettrica e del gas, le cui tariffe sono collegate alle quotazioni petrolifere. E gli aumenti già disposti per il mese di ottobre comporteranno un aggravio ulteriore per ogni nucleo familiare di 15 euro totali per famiglia. Negli anni scorsi gli aumenti sulle tariffe di rifiuti e del servizio idrico avevano avuto tass di incremento vicini al 10%.

Mentre la spesa media mensile delle famiglie dunque è rimasta sostanzialmente costante, il peso delle tariffe è cresciuto in quattro anni dello 0,7%, e nei primi otto mesi del 2012 di un altro 0,7%. Nel complesso più di un punto percentuale è stato assorbito dai rincari delle tariffe sui servizi pubblici locali dall’inizio della crisi economica: si tratta di circa 8,4 miliardi in gran parte sottratti ai consumi.



“Le tariffe corrono e le famiglie italiane arrancano” è il commento di Confesercenti, “l’aumento colpisce duramente i redditi, già in affanno, e penalizza ancora di più i deboli consumi degli italiani”.

“Sottrarre in tempi di crisi 8,4 miliardi alle famiglie, senza quindi ridurre la pressione fiscale”, continua Confesercenti, “comporta la chiusura di tante imprese e la crescita della disoccupazione.Occorre fermare questa spirale: serve un piano energia di forte impatto. E regioni ed enti locali devono mettere ordine nell’intollerabile giungla di società municipalizzate e mettere un argine a ogni spreco e clientelismo”.