Riducendo da una parte e frenando dall’altra, il governo ha trovato un modo per stoppare l’incremento delle tariffe elettriche. In seguito all’aumento del 10 per cento del costo della luce, suddiviso dall’Autorità per l’energia in due tranche, l’esecutivo ha stabilito di modificare il sistema degli incentivi sulle fonti rinnovabili, alterandone l’impatto sulle tariffe elettriche. In pratica, gli incentivi continueranno a crescere, ma ad un ritmo che sarà la metà di quello attuale. L’intenzione, inoltre, è quella di favorire un utilizzo misto di più fonti, determinando un corretto mix delle medesime. Infatti, in questi anni, gli incentivi sono andati prevalentemente al fotovoltaico, determinando un evidente sbilanciamento rispetto agli altri sistemi di produzione di energia. Sono stati, quindi, firmati due decreti interministeriali dai ministri dello Sviluppo economico, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, Corrado Passera, Mario Catania e Corrado Clini. I provvedimenti prevedono una minore erogazione di sussidi al fotovoltaico e più fondi per fonti più specificatamente italiane (il fotovoltaico si sarebbe appoggiato, in questi anni, prevalentemente su tecnologie di importazione) quali l’idroelettrico, le biomasse e il geotermico. Nel dettaglio, saranno garantiti 9 miliardi di euro di incentivi l’anno al 2020, che saranno incrementati con stanziamenti aggiuntivi di 3 miliardi l’anno. Tuttavia, l’incremento previsto non sarà di 6 miliardi, come in precedenza, quindi, della metà. Contestualmente, questi fondi saranno distribuiti in maniera differente. Oggi 6 miliardi sono destinati al solare e il resto a tutto ciò che non è solare. Dei tre miliardi aggiuntivi, solamente 0.5 andranno al fotovoltaico, gli altri alle altre fonti. Passera ci ha tenuto a far presente che, a differenza della Spagna che ha deciso di eliminare tutti i sussidi, l’Italia crede ancora nel settore. Di conseguenza, si impegnerà a raggiungere i parametri richiesti dall’Ue, che prevedono, al 2020, di portare i consumi derivanti dalle energie elettriche, dal 26% al 35% del totale. La firma dei due provvedimenti ha immediatamente sortito degli effetti sul mercato energetico.



In particolare, Piazza Affari vede al rialzo i titoli legati alle energie rinnovabili. Un dato in controtendenza rispetto agli indici che, invece, viaggiano al ribasso. Infatti, mentre Enel Green Power cresce dell’1,1%, l’FTSE MIb calo dello 0,65%.

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