Un patto tra Svizzera e Ue per fare della Federazione Elvetica la “batteria d’Europa”, in grado di produrre elettricità per l’intero Vecchio Continente. Per Jurg Buri, esperto di politiche energetiche di Zurigo, è una vera e propria follia, anche se il commissario europeo Gunter Oettinger ha dichiarato trionfale: “Grazie alla sua posizione centrale e alla sua flessibilità nella produzione di energia idroelettrica, la Svizzera può giocare un ruolo importante nella fornitura di elettricità ai consumatori dell’Unione europea, soprattutto quando non soffia il vento del Nord Europa e le nuvole coprono il sole del Sud”. Il metodo adottato dalla Svizzera è soprattutto quello delle centrali di pompaggio, che sfruttano l’elettricità nei momenti in cui è in eccesso per pompare l’acqua in bacini artificiali sulle Alpi, e trasformarla poi in energia idroelettrica nei mesi dell’anno in cui la domanda è più elevata. Ilsussidiario.net ha chiesto a Jurg Buri, manager della Swiss Energy Foundation, che cosa ne pensa di questa soluzione.



Ritiene che l’energia idroelettrica svizzera possa essere la soluzione al fabbisogno energetico dell’Unione europea?

No. La priorità deve essere quella di produrre energia rinnovabile e decentralizzata, e non quella di costruire nuove linee per trasportare elettricità. La Svizzera ha il maggior numero di chilometri di cavi ad alta tensione nel Vecchio continente. L’obiettivo del governo elvetico è quello di trasformare i nostri laghi alpini nella “batteria d’Europa”. Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’idroelettrico svizzero non è veramente conveniente, perché il futuro energetico dell’Unione europea può evolvere in modo diverso con una produzione più decentralizzata e un immagazzinamento a livello locale.



Che cosa ne pensa dell’idea di trasportare elettricità dalla Svizzera ad altri Paesi Ue?

E’ stupido trasportare elettricità sulle lunghe distanze con le attuali tecnologie, in quanto buona parte dell’energia si disperde lungo il percorso. Quando si costruiscono nuove linee elettriche, occorrerebbe quantomeno farlo con tecnologie super avanzate.

Difficile però usare l’energia solare per il riscaldamento invernale …

Non esiste ancora una soluzione per le differenze stagionali nella produzione di energia, ma di certo per trovarla non dobbiamo rivolgerci all’idroelettrico in quanto la sua capacità è ancora troppo ridotta. Un dato lo rende evidente: utilizzando 3 Gigawatt di energia eolica per pompare acqua in grado di muovere le turbine, si producono in tutto 4 Gigawatt. Il vantaggio è quindi molto limitato.



 

Qual è allora la soluzione?

 

D’estate l’energia prodotta con il fotovoltaico è di gran lunga superiore alle necessità, e il problema è riuscire a utilizzarla in inverno. La soluzione migliore è immagazzinarla a livello regionale o locale. Quando l’energia fotovoltaica prodotta sui tetti delle case è utilizzata per muovere una grande centrale idroelettrica di pompaggio sulle Alpi, si perde il 7% dell’elettricità solo per trasportarla in loco. Per trasferire nuovamente l’energia alle abitazioni si perde un altro 7%: il 14% dell’elettricità prodotta va quindi disperso. L’abbinamento tra energia solare e stazioni di pompaggio è insomma fallimentare.

 

E’ un fatto però che la Svizzera può essere in grado di vendere ai Paesi Ue l’energia di cui hanno bisogno …

 

I grandi impianti idroelettrici svizzeri da un Gigawatt l’uno non sono funzionali in questo sistema decentralizzato. Possono essere infatti collegati soltanto a centrali nucleari o a carbone altrettanto grandi, in grado di produrre molta più energia di quanto sia necessaria ai consumatori. Ma ciò non ha senso in una fase in cui l’energia fotovoltaica sta diventando sempre meno costosa, al punto da rendere non più convenienti le grandi centrali idroelettriche.

 

Se le centrali di pompaggio sono ormai superate, quali fonti di energia rappresentano il futuro per l’Europa?

In primo luogo, le centrali idroelettriche di pompaggio non sono una fonte di energia ma soltanto una batteria che disperde elettricità. Ogni volta che si immagazzina l’energia, ne va disperso il 25%. Qualsiasi forma di immagazzinamento è quindi costoso, e occorre quindi cercare di evitare di ricorrervi. La soluzione migliore è cercare di portare la produzione il più possibile vicino ai consumatori, anche se non sempre questo è semplice da attuare.

 

Come superare questa difficoltà?

 

Diversificando le fonti di energia. Se si ricorre a eolico, biomasse, impianti geotermici, fotovoltaico e piccole centrali idroelettriche, non si avrà un picco di produzione in un solo periodo dell’anno, ma sarà distribuita equamente nei diversi mesi.

 

In che modo è possibile ottimizzare la distribuzione di elettricità?

 

Nel momento in cui si intende puntare realmente sulle energie rinnovabili decentralizzate, non sono più necessari dei cavi dell’alta tensione di ultima generazione. Occorre investire sulla rete elettrica locale e regionale, perché si cambia l’intero sistema trasformando i privati cittadini da semplici consumatori in produttori dell’energia che poi utilizzano.

 

(Pietro Vernizzi)

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