A partire dal mese di ottobre e per i prossimi 36 mesi la bolletta del gas risulterà ancora più cara. La causa? Un buco di quasi 300 milioni di euro che Snam, società di trasporto e distribuzione nazionale del gas, si è trovata a seguito di mancati pagamenti da parte di diversi grossisti. Come spiega a ilSussidiario.net Carlo Stagnaro, direttore Ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, tutto ha avuto inizio lo scorso dicembre: «L’Autorità per l’energia aveva stabilito un sistema di garanzie, proposto da Snam, che però risultò essere oggettivamente troppo oneroso. Una serie di operatori ha quindi presentato dei ricorsi, vincendoli, e questo ha determinato un periodo, di circa sei mesi, durante il quale il mercato è andato avanti in assenza di ogni forma di garanzia». E’ proprio in questo lasso di tempo, dunque, che molti “furbetti” ne hanno approfittato per entrare nel mercato e non pagare ingenti quantitativi di gas, forniti da Snam e successivamente rivenduti proprio dagli stessi grossisti ai propri clienti. «Successivamente l’Autorità è intervenuta con una nuova delibera, introducendo garanzie più ragionevoli, – continua a spiegarci Stagnaro – però è chiaro che in questi sei mesi diversi soggetti sono entrati e hanno lasciato un buco che adesso è necessario colmare». L’Autorità per l’energia ha quindi stabilito che per le prossime 36 mensilità è previsto un rincaro di 0,1 centesimi per metro cubo, utile a risanare il buco lasciato da queste società che nell’arco di circa sei mesi non hanno pagato il dovuto a Snam. Carlo Stagnaro conclude affermando che, teoricamente, «in futuro una cosa del genere non dovrebbe più accadere, proprio perché è stato finalmente introdotto un ragionevole sistema di garanzie. Questo significa che, per accedere al mercato, una società deve mettersi nella condizione, attraverso fidejussioni bancarie o altri strumenti finanziari, di essere coperta». Riguardo al rincaro, inizialmente l’Autorità per l’energia aveva stabilito una tariffa aggiuntiva di 0,4 centesimi al metro cubo a partire da agosto e per 12 mesi. L’ultima delibera, però, approvata appena una settimana dopo, stabilisce un extra onere di 0,1 centesimi al metro cubo a decorrere da ottobre e per almeno 36 mensilità. 



Resta ancora da capire però chi siano i responsabili del pesante ammanco di circa 300 milioni di euro. Chi sono i responsabili e come mai i nomi non vengono resi noti? In un periodo in cui non si fa altro che parlare di trasparenza, sarebbe opportuno capire per colpa di chi i consumatori si ritrovano costretti, ancora una volta, a dover pagare di più. 

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