Finalmente una buona notizia per gli italiani che da oggi spenderanno meno sulle bollette di luce e gas. La tariffa del gas subirà un ribasso del 3,8 %, mentre quella dell’energia elettrica dello 0,8%. Lo ha stabilito l’Autorità dell’Energia che stima un risparmio di 41 euro all’anno per le famiglie italiane. Un importo piuttosto modesto, ma pur sempre benvenuto in questo momento di crisi. Per il gas si tratta del terzo taglio dal mese di aprile. Da oggi il prezzo del gas si baserà esclusivamente su quello che si forma trimestralmente sul mercato. Per Michele Polo, docente di Economia politica e Direttore dell’Istituto di economia e politica dell’energia e dell’ambiente (Iefe) dell’Università Bocconi di Milano, si tratta di «un fenomeno di lungo periodo che va avanti da almeno un paio d’anni». Tuttavia «fino a qualche tempo fa l’Italia non riusciva a beneficiarne perché non c’era capacità di importazione di gas a basso costo». Finalmente «l’Autorità dell’energia è riuscita a liberare capacità di importazione. E così il gas a basso costo delle borse europee arriva in Italia e l’impatto è quello che stiamo registrando».
Come si spiega questo calo?
Le tariffe che l’Authority fissa per gli utenti finali sono calcolate in base a formule, le stesse che venivano utilizzate nei mesi scorsi. Se oggi assistiamo a un calo è perché alcuni indicatori che entrano in quelle formule sono migliorati.
Quali?
In particolare il prezzo del gas, che oggi è in una fase di mercato molto “liquida”: i prezzi internazionali sono scesi e l’Italia comincia a beneficiarne. Questa riduzione ha un impatto direttamente positivo sulla bolletta del gas. Ma, indirettamente, anche sul prezzo dell’energia elettrica, seppur in misura minore.
Perché?
Perché anche l’energia elettrica è prodotta da impianti a gas che, con costi più bassi, possono praticare prezzi più bassi. E poi perché le energie rinnovabili coprono ormai una quota importante di produzione elettrica e quelle, a loro volta, hanno prezzi più bassi.
Nel meccanismo stabilito dall’Authority il prezzo del gas è fissato trimestralmente dal mercato. In questo modo le bollette saliranno nei messi freddi e scenderanno nelle belle stagioni. Dov’è il risparmio per i consumatori?
L’effetto della caduta del prezzo del gas negli ultimi mesi – anche se il fenomeno va avanti da almeno un paio d’anni – sulle borse europee non è dovuto tanto all’oscillazione di breve periodo della domanda del gas, che ovviamente è stagionale. È piuttosto legata al fatto che complessivamente, per la crisi economica, la domanda di gas è scesa. Mentre l’offerta di gas è aumentata molto a livello internazionale.
Come mai?
Prima di tutto perché gli Stati Uniti d’America, che fino a qualche tempo fa erano importatori di gas, avendo sviluppato nuove modalità di estrazione – il cosiddetto shale gas – hanno notevolmente aumentato la disponibilità interna di gas e quindi hanno smesso di comperare sui mercati internazionali. E il gas che prima serviva agli Stati Uniti si è rivolto all’Europa, aumentando in questo modo l’offerta. È un fenomeno di lungo periodo che va avanti da almeno un paio d’anni. Fino a qualche tempo fa tuttavia l’Italia non riusciva a beneficiare di questa situazione.
Perché?
Perché non c’era capacità di importazione di gas a basso costo.
Poi cos’è successo?
L’Autorità dell’energia è riuscita per così dire a liberare capacità di importazione. A questo punto il gas a basso costo delle borse europee arriva in Italia e l’impatto è quello che stiamo registrando.
Questo meccanismo però non ci mette al riparo da bruschi rialzi, no?
Diciamo che ci espone all’andamento del prezzo del gas, che dipende da come vanno domanda e offerta. In questa fase il mercato del gas registra una domanda bassa e un’offerta molto elevata, quindi va giù. Ci potrebbero essere altri contesti: ad esempio, una fase di crisi economica, accompagnata da una riduzione dell’offerta internazionale. A quel punto avremmo una dinamica opposta, con il prezzo del gas che sale. Però questo è normale quando si opera in un sistema di mercato funzionante.
Il risparmio per le famiglie italiane è tutto sommato modesto. Le liberalizzazioni invece avevano promesso ben altri vantaggi.
È difficile dirlo. Bisogna comunque distinguere tra energia elettrica e gas. Per l’energia elettrica la liberalizzazione è progredita più velocemente che nel gas. Ovviamente l’Italia resta un Paese che ha prezzi più elevati rispetto ai paesi europei. Ma questo è dovuto alla composizione del parco centrali. C’è poi un’altra cosa…
Cosa?
Noi abbiamo spinto molto sul gas nel decennio scorso. Un periodo dove peraltro il gas, per le ragioni che dicevo prima, era caro. Quindi pagavamo caro l’energia elettrica. Adesso, fra le rinnovabili e la caduta del prezzo del gas, il prezzo dell’energia elettrica in Italia si è molto avvicinato a quello dei paesi europei. In questi anni, grazie alle liberalizzazioni, abbiamo subito le dinamiche del petrolio, quindi del gas, assistendo ad aumenti molto elevati. Non è che con le liberalizzazioni si possono impedire questi fenomeni. Sono fattori che non imputerei alle liberalizzazioni. Che invece hanno avuto un altro pregio.
Quale?
Le liberalizzazioni hanno consentito al sistema una certa capacità di assorbire gli shock del prezzo degli imput energetici. Di fatti l’energia elettrica alla fine è cresciuta molto meno di quanto non sia cresciuto il petrolio nelle fasi in cui il petrolio saliva. In quei frangenti il sistema ha dimostrato una capacità di assorbimento importante.