Alla fine del 2012, a cinque anni dall’avvio del processo di liberalizzazione, le famiglie italiane passate a uno dei fornitori presenti sul mercato dell’energia elettrica erano il 21,8% del totale; quelle che invece avevano fatto una scelta analoga per il gas (che era stato liberalizzato prima, nel 2003) a fine 2011 erano addirittura la metà: il 10,9%. Nell’area del Mediterraneo, l’Italia risulta tuttavia più “virtuosa” di Francia e Spagna ma ancora molto lontana da un Paese come il Belgio, primo nella classifica di quelli che hanno largamente optato per il libero mercato dell’energia elettrica. È quanto risulta da uno studio condotto dall’Osservatorio di Sos Tariffe.it, il sito che mette a disposizione dei consumatori un servizio di comparazione di prezzi e offerte, consentendo di individuare le soluzioni più convenienti e i prodotti migliori. Secondo i dati di Sos Tariffe, il passaggio al gestore del libero mercato comporterebbe un risparmio medio del 14% nel caso dell’energia elettrica e del 13% in quello del gas. A Silvio Bosetti, direttore generale di Energy Lab Foundation, abbiamo innanzitutto chiesto se questi risparmi sono veri e come mai gli italiani non ne approfittano in un momento di crisi come quello attuale.        



Sono ancora pochi gli italiani passati ai gestori del libero mercato per la fornitura di luce e gas. Come lo spiega?

Stando ai dati di Sos Tariffe bisogna però dire che l’Italia si pone tra i paesi più virtuosi dell’area del Mediterraneo e si confronta con il Belgio che nel passaggio al libero mercato è il Paese più virtuoso d’Europa. Quella italiana, quindi, è una situazione media. Certo, se confrontiamo il mercato elettrico e quello del gas con quello della telefonia, effettivamente la propensione degli italiani a cambiare fornitore o comunque a mettersi sul libero mercato risulta ancora molto bassa.



Da cosa dipende?

In parte dalla confidenza con i servizi che oggi vengono utilizzati per promuovere il mercato. Gli italiani vengono letteralmente tempestati da decine di telefonate e altre modalità non di rado moleste, per di più con proposte spesso non confrontabili. Il passaggio al libero mercato è infatti sollecitato dall’operatore privato che cerca di agevolare il trasferimento.

Secondo i dati di Sos Tariffe, il passaggio al gestore del libero mercato comporterebbe un risparmio medio del 14% nel caso dell’energia elettrica e del 13% in quello del gas. Sono dati veri? E, se sì, perché gli italiani non ne approfittano, a maggior ragione in un momento di crisi come questo?



L’indagine è condotta da un soggetto che fa della competizione del mercato una propria attività, che aiuta famiglie e singoli a scegliere quale sia la migliore compagnia assicurativa piuttosto che di telefonia. Ora si propone di fare lo stesso con gas ed elettricità. Quello studio quindi è stato fatto da un osservatorio molto particolare che si propone come facilitatore delle scelte. Mi sembra che questo sia un dato da tenere presente. Tuttavia…

Tuttavia?

Le famiglie o i singoli sono più abituati a cercare quale sia l’offerta più vantaggiosa della telefonia o dell’assicurazione dell’auto che non quella del gas o dell’elettricità. Va tenuto presente che dal punto di vista del marketing, il mondo della telefonia e quello delle assicurazioni hanno una storia più lunga e investimenti di gran lunga superiori rispetto a quelli di cui stiamo parlando.

Solo un problema di marketing?

Molto spesso la vendita di gas ed energia elettrica alle famiglie non ha la stessa marginalità o necessità di presidio del mercato come per la telefonia. Oggi l’attività di vendita al dettaglio di quei prodotti non è un business altrettanto rilevante come la vendita di polizze assicurative o di abbonamenti telefonici.

 

Sbagliano quegli italiani che pensano che sotto tutte quelle offerte si nasconda il pericolo della truffa? 

In generale, un po’ di diffidenza esiste. Alla sera riceviamo tutti di continuo telefonate che promettono risparmi da favola se si cambia il fornitore, talvolta purtroppo in situazioni a dir poco dilettantesche o che partono da call center ubicati chissà dove. Può darsi che questi aspetti rendano gli italiani più diffidenti rispetto a questi argomenti.

 

All’estero, dove sono più virtuosi, cos’ha funzionato?

Intanto bisogna dire che, dal punto di vista delle regole e della tutela per le famiglie, l’Italia ha sicuramente uno dei sistemi migliori d’Europa, sia per i tempi che per le modalità con cui si è pervenuti all’apertura del mercato. Resta il fatto che la liberalizzazione non ha portato quella riduzione così significativa delle tariffe che ci si aspettava. All’estero ci sono alcuni esempi interessanti.

 

Quali?

In Inghilterra e nel nord Europa, soprattutto per ragioni di marketing, sta avendo buon successo la vendita di servizi plurimi. In Inghilterra, il gas e l’energia elettrica vengono venduti nei supermercati, nelle stazioni di servizio, con i bollini per i punti. Probabilmente la sensibilità è diversa. Certo che se alcuni grandi operatori nazionali che non hanno mai venduto gas ed energia, perché hanno sempre venduto carburanti, decidessero domani di mettersi a vendere anche questi prodotti, probabilmente potrebbero offrire condizioni di mercato sicuramente interessanti.