Più volte nelle ultime settimane amici e conoscenti mi hanno chiesto se è vero che ormai l’energia elettrica è gratis visto che qualche quotidiano ha recentemente riportato la notizia che nel corso di domenica 16 giugno il prezzo su IPEX, la borsa elettrica spot, è stato pari a zero per due ore consecutive, le 14 e le 15. Vale la pena spendere due parole su questo, perché in realtà quando guardiamo alle nostre bollette l’impressione è che continuino ad aumentare.



La domenica è ormai un giorno particolare: il carico è molto basso (le industrie sono chiuse), le importazioni dall’estero sono ridotte da Terna per motivi di sicurezza del sistema e con le sole fonti rinnovabili in produzione può capitare che sulla borsa si formino prezzi veramente bassi. Le fonti rinnovabili, infatti, hanno costi variabili nulli e con un sistema di incentivazione che le remunera indipendentemente dal valore che si forma sulla borsa non hanno interesse a offrire la loro energia a prezzo, basta che funzionino così da fatturare l’energia prodotta al Gestore dei servizi energetici (GSE). In questi giorni festivi ed estivi i pochi impianti termoelettrici a gas sono tenuti accessi pronti per entrare in produzione a coprire la domanda quando cala il sole, tipicamente dopo le 19-20 (dipende dalle zone e dal loro grado di irraggiamento solare).



Se confrontiamo la domenica 16 giugno con l’omologa domenica 17 giugno 2012 si osserva che, a parità di domanda (sul giorno nell’ordine dei 27-28 GW), le due curve dei prezzi sono molto distanti tra loro di quasi 20 €/MWh: l’energia è mediamente costata 43 €/MWh lo scorso 16 giugno contro i 62 €/MWh di un anno prima. Sempre guardando al mese di giugno appena trascorso verso il corrispondente giugno 2012, l’apporto delle fonti rinnovabili sulla produzione totale italiana è salito dal 32,4% al 45,5%. E in presenza di un calo della domanda per l’acuirsi della crisi economica ciò implica lo “spiazzamento” dei produttori termoelettrici a gas che – come si legge in questi tempi – hanno iniziato a utilizzare per la prima volta la cassa integrazione per i loro dipendenti perché gli impianti sono fermi.



Ma allora perché non si riduce la nostra bolletta? Perché se, da un lato, le fonti rinnovabili fanno andare a zero il prezzo sulla borsa elettrica, dall’altro, si rifanno sul consumatore finale attraverso gli incentivi pagati in bolletta e raccolti tramite un’apposita componente tariffaria (A3, istituita dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas) che è arrivata al tetto di 11,8 miliardi di euro/anno, di cui 6,7 miliardi solo a copertura degli incentivi fotovoltaico (la cui durata si esaurirà nell’arco dei prossimi 20 anni). Lo scorso 6 giugno è tuttavia terminata la stagione del fotovoltaico perché si è raggiunta la soglia dei 6,7 miliardi di euro di costo, con oltre 128 GW di potenza corrispondenti a circa 530.000 installazioni: resta ora a disposizione delle famiglie solo la detrazione fiscale pari al 50% del costo dell’investimento o in alternativa la richiesta dei certificati bianchi per gli impianti sotto i 20 kW.

Per un consumatore domestico tipo, il costo complessivo in bolletta delle incentivazioni alle fonti rinnovabili è arrivato nel 2013 a circa 90 euro l’anno, che significa circa 30-32 euro su ciascun MWh consumato. Il costo è più che raddoppiato in un paio d’anni (nel 2011 si attestava a circa 13 €/MWh) e, quindi, se è vero che il peso della componente materia prima è sceso dal 60% al 53%, anche per effetto dei prezzi a zero, in compenso è cresciuto l’incentivo. C’è da dire che siamo in buona compagnia: in Germania un gran produttore termoelettrico ha appena annunciato un piano di dismissione e di smantellamento dei propri impianti perché, a parte quelli utilizzati dai gestori di rete per la riserva e la sicurezza del sistema, gli altri sono fermi e quindi vanno mothballed (come si dice in inglese, messi in naftalina).

Questo per rispondere con cognizione di causa agli amici e ai conoscenti: non è vero che l’energia è gratis e per i prossimi anni, seppur in presenza di un’aumentata concorrenza tra i produttori e di un prezzo gas quasi allineato a quello degli hub europei, in realtà continueremo a pagare o sole mio, augurandoci che il cielo sia sempre sereno e con poche nuvole, perché se così non fosse allora ci servirà sempre un impianto a gas a darci la corrente (impianto che ci costerà parecchio, perché dovrà recuperare nelle sole ore serali o nuvolose i propri costi fissi).

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