In una giornata complessivamente negativa per l’indice italiano FTSE MIB, che chiuso in calo del 1,27%, il titolo di – una delle società leader nel campo energetico – ha fatto leggermente meglio, perdendo solo lo 0,99%, notizia importante dopo le grosse novità delle ultime 48ore in casa dell’azienda lombarda. È di oggi poi la notizia dal mondo della borsa di un’importante raccomandazione neutral da parte di Banca Akros che fissa il targhe price a 1,10 euro su A2A (-0,54% a 1,1 euro), evidenziando che potenziali novità sulle questioni pendenti dell’azienda energetica lombarda come M&A e Montenegro sono previste rispettivamente alla fine di luglio e giugno. Secondo gli esperti, «l’M&A è un catalizzatore fondamentale per le utility locali, mentre per quanto riguarda il Montenegro crediamo che le negoziazioni siano ancora aperte per qualsiasi soluzione e che l’opzione d’uscita potrebbe essere attuabile», concludono gli analisti. Queste notizie si inseriscono in un momento particolare per le aziende che lavorano nel campo energetico, dopo che anche il centro di studi di Mediobanca – Mediobanca Securites – si è focalizzata sul documento di consultazione pubblicato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas che ha come oggetto la revisione complessiva delle modalità di determinazione e aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito per i servizi regolati dei settori elettrico e gas. Gli analisti di Mediobanca mostrano cautela per la fase iniziale del documento: «Il documento dell’Autorità è iniziale ancora, è quindi difficile tracciare già delle conclusioni finali, inoltre le società possono inviare i loro commenti al regolatore fino al 31 luglio; il secondo documento di consultazione dovrebbe poi essere pubblicato a settembre». Ma dando una prima lettura al testo, sempre gli analisti provano a tracciarne la linea: «Una diminuzione dei rendimenti concessi sulla Rab verso il 4,6% è molto duro, anche se è la norma del primo documento regolatori rimanere su cifre così rigide». La questione che emerge comunque in maniera chiara è che il framework sta cambiando e che quindi ci si dovrà aspettare una diminuzione del rendimento concesso sulla Rab dal primo gennaio 2016, «anche se comunque il 4,6% non sembra un punto di inizio terribile per il settore». Inoltre, gli analisti hanno innalzato il rating su Snam a neutral e hanno mantenuto la preferenza per le Multy-utility locali come Hera, A2A e Acea, su cui la raccomandazione è outperform mentre su Terma e Snam il rating è “neutral”.
Il tutto avviene all’indomani dell’importante assemblea annuale di A2A tenutasi a Brescia e che ha visto numerose decisioni sia sul piano commerciale che su quello strategico. Quella che ha destato più le attenzioni, anche per l’attesa che si era creata nei mesi precedenti, è stata certamente quella riguardo alla partita su Epcg: l’azienda energetica lombarda, nella parole del presidente Giovanni Valotti, ha intenzione di prolungare l’accordo, stante delle condizioni chiare e decise, con il governo del Montenegro sulla partecipazione alla società elettrica Epcg di cui l’utility italiana detiene il 41,7%, che dovrebbe scadere il prossimo 30 giugno. Il governo slavo, ha annunciato Valotti, ha accolto la richieda della società italiana di avere un’opzione di uscita dall’investimento nei prossimi anni, dopo le condizioni poste da A2A che prevedono stabilità del quadro regolatore, redditività dell’investimento e piena autonomia di gestione da parte dell’azienda lombarda. Il presidente ha poi specificato che «non siamo disposti a firmare accordi senza queste condizioni di uscita, in caso di rottura con il governo del Montenegro è previsto un arbitrato internazionale a Washington».
L’elemento più chiaro al termine dell’assemblea sembra essere la decisione di novità in tema di consolidamento del mercato delle utility regionali, nel corso dell’estate. «Qualche segnale tangibile di possibili accordi, che si facciano o no, si avrà entro il mese di luglio e che potrebbero poi essere finalizzato entro fine anno», ha detto il presidente Valotti a margine dell’assemblea. Nel mirino di A2A ci dovrebbero essere Acsm-Agam e Linea Group, entrambe lombarde: la prima è attiva nel territorio di Como e Monza, la seconda invece nel sud della regione, Cremona, Pavia e Lodi. Le due aziende hanno chiuso il 2014 rispettivamente con un EBIDTA di 90 milioni e 40 milioni di euro.
Per quanto riguarda le condizioni poste da A2A per l’operazione di consolidamento, sono essenzialmente due e sono state decise proprio all’interno dell’assemblea bresciana: primaria dovrà essere la non diluizione degli azionisti di maggioranza, i comuni di Milano e Brescia al 50% più due azioni e in secondo luogo, l’esclusione dell’aumento del debito della società. Queste le linee fondamentali future su cui si muoverà il gruppo energetico lombardo secondo quanto emerso dall’assemblea degli azionisti che poi ha anche approvato il bilancio 2014 e il dividendo, oltre alla nomina di due nuovi membri nel cda: l’esponente della Carlo Tassera, Mario Cocchi, dimissionario nei mesi scorsi verrà sostituito da Gianbattista Brivio, mentre al posto di Stefano Cao, nuovo ad di Saipem, entra nel board Maria Elena Cappello. Sempre sull’opera di consolidamento, il giudizio del presidente Valotti è molto chiaro: «Il nostro progetto, rispetto a sei mesi fa è meglio compreso, è stata superata l’iniziale diffidenza su A2A come possibile colonizzatrice. Avvertiamo invece maggior favore rispetto al nostro progetto, anche se da qui a sottoscrivere impegni vincolanti ci sono processi decisionali piuttosto lunghi». Ha poi precisato il presidente, «siamo interessati ad aziende lombarde di medie o grandi dimensioni, non di avventure», e il riferimento a Linea Group e Acsm-Agam sembra piuttosto chiaro.