L’Unione europea prova a mettere il turbo all’energia eolica. Gli ambiziosi obiettivi di espansione sono contrastati da un’industria in difficoltà. Le maggiori società europee del settore sono tutte in perdita. Inoltre, l’espansione si trova in una fase di stallo, anche se l’energia eolica è la fonte di elettricità più economica in molte parti del Vecchio Continente. Nel frattempo, la Cina ha annunciato di voler investire in Europa e costruire turbine per trarre profitto dalla transizione energetica europea. Quindi, aziende come Sany, Envision e Goldwind, le cui quote di mercato in Ue sono state finora ridotte, sono passate all’attacco con prezzi competitivi. Ne parla Süddeutsche Zeitung, spiegando che l’Ue vuole contrastare questo fenomeno con una serie di misure. L’obiettivo è rimuovere gli ostacoli che rallentano la costruzione di nuovi parchi eolici e facilitare i finanziamenti. Inoltre, per aiutare l’industria, sta anche verificando se le aziende cinesi sono concorrenti leali.
Tutto ciò è confluito nel “piano d’azione per l’energia eolica“, la cui bozza è stata visionata dal giornale tedesco. L’obiettivo fissato dall’Ue è che, entro la fine del decennio, il 42,5% dell’elettricità nell’Ue dovrà provenire da fonti rinnovabili. La capacità di energia eolica dovrebbe passare da poco più di 200 gigawatt a 500 gigawatt entro sei anni. Ciò corrisponde alla costruzione di circa 215 centrali nucleari di medie dimensioni. Dunque, per gli esperti della Commissione, la costruzione annuale di nuovi impianti eolici dovrebbe raddoppiare. Ma questo obiettivo non può essere raggiunto senza una «catena di approvvigionamento di energia eolica sana, sostenibile e competitiva» in Europa.
ENERGIA EOLICA, COSA PREVEDE IL PIANO DELLA COMMISSIONE UE
Nel documento si ammette che però l’industria ha bisogno di maggiore certezza nella pianificazione perché, non avendo una visione d’insieme dei piani di espansione nell’Ue, non può pianificare la propria produzione in maniera adeguata. Ma i processi di approvazione richiedono troppo tempo, ci sono diverse aste nazionali, peraltro complesse. A ciò si aggiunge l’inflazione e il problema dei prezzi delle materie prime, la concorrenza internazionale e la carenza di lavoratori qualificati. Tutto ciò mette a dura prova le imprese. Per rimediare a questa situazione, stando a quanto riportato da SZ, la Commissione europea intende facilitare l’accesso al credito e promuovere maggiormente l’espansione.
Ad esempio, in futuro, la Banca europea per gli investimenti (BEI) dovrà garantire i rischi di credito delle banche nei confronti dei fornitori del settore eolico. Ma la Commissione vuole anche raddoppiare le sovvenzioni per la produzione di turbine eoliche, portandole a 1,4 miliardi di euro. Verrà estesa la regole che stabiliva che, fino alla metà del 2024, gli Stati membri possono ancora approvare la costruzione di nuove turbine eoliche più rapidamente grazie a una norma di esenzione. Probabilmente la parte più controversa del piano riguarda la concorrenza sleale. Questa sezione del piano è rivolta alla Cina, infatti la Commissione controllerà specificamente se le regole del commercio equo vengono rispettate, altrimenti attiverà barriere commerciali.
ENERGIA EOLICA, LETTERA DEI PAESI MEMBRI ALLA COMMISSIONE UE
Proprio l’Italia, insieme ad altri Paesi come Germania, Austria, Danimarca e Paesi Bassi, come riportato dal giornale tedesco, chiedono un’espansione accelerata delle energie rinnovabili. Infatti, in una lettera indirizzata al Commissario UE per l’Energia Kadri Simson, chiedono di accelerare l’espansione della rete, di sviluppare ulteriormente il mercato interno dell’energia e di semplificare le procedure di autorizzazione. «Dovremmo evitare di sostituire la dipendenza dalla Russia con la creazione di una nuova dipendenza da un altro singolo fornitore o Paese», scrivono nella lettera. L’obiettivo è rafforzare le «catene di valore strategico legate alle fonti di energia rinnovabili».