Energia, l’autonomia dell’Italia si è ridotta ulteriormente dal 2021, ora c’è più dipendenza dall’estero, principalmente a causa dello stop al gas russo ma anche per mancati investimenti del governo in alcuni settori chiave che potevano contribuire a garantire maggiore sicurezza. I dati diffusi da Terna, e pubblicati dal quotidiano La Verità lo dimostrano: prima che scoppiasse la guerra in Ucraina l’acquisto da produttori stranieri era notevolmente minore: “Nel 2022 l’esposizione ai produttori stranieri era del 13,6 e l’anno prima nel 2021 ancor meno. Cioè del 13,4%“.



Ma la situazione, a parte le percentuali, è molto più complessa. Soprattutto perchè in Italia rimane la questione delle liberalizzazioni delle concessioni per l’idroelettrico, e, senza ulteriori interventi il rischio che i prossimi bandi saranno aggiudicati da imprese estere è molto alto. Il rapporto Terna ha inoltre analizzato le cause per le quali, nonostante l’aumento dei livelli di dipendenza ci sia stato un margine di miglioramento. Non è stato grazie ad una maggiore produzione interna ma per una richiesta energetica minore sia da parte dei privati che delle industrie.



Italia, scende la domanda di energia, ma c’è sempre più dipendenza da forniture estere

In Italia la richiesta di energia è scesa negli ultimi tre anni. I dati pubblicati da Terna, riportati dal quotidiano La Verità, hanno mostrato che le domanda sulla rete elettrica è diminuita del 4,3% rispetto al 2021. Tuttavia, non è ancora possibile ridurre la dipendenza dalle aziende estere. I fattori che hanno giocato a sfavore sono molteplici, ma per fortuna l’anno scorso, grazie ad un clima estivo meno caldo, l’abbassamento dei livelli dell’acqua usata per l’energia idroelettrica non è stato critico. Il prossimo anno però, potrebbe tornare il rischio di blackout, perchè con la riduzione del gas dalla Russia e delle fonti non rinnovabili, non ci può essere garanzia di continuità soltanto attraverso le rinnovabili.



E bisognerà tenere conto anche di un aumento del fabbisogno energetico da parte delle industrie nel caso la produzione continui a crescere. E purtroppo a rendere ancora più negativa la situazione c’è la cessione di Saras. Che fino ad ora era rimasto ultimo pilastro che contribuiva a sostenere l’indipendenza del paese, ed in mancanza di una norma imposta dal governo, per controllare che continuino le forniture verso il Lazio e la Toscana, potrebbe rappresentare una ulteriore perdita per la sovranità energetica italiana.