Dopo una complicata crisi dell’approvvigionamento energetico che ha interessato a vario titolo tutta Europa e con il peggiorare di una crisi (quella in Medio Oriente) che potrebbe avere effetti anche sulla futura disponibilità di combustibili, gli italiani (e gli europei) iniziano a considerare sempre più positivamente l’energia nucleare. Lo dimostrano, tra le altre cose, le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ritiene il nucleare “una grande scelta” nonché “l’unica che abbiamo per dare continuità alla produzione di energia elettrica” e all’aumentare della richiesta, che nei prossimi anni attraverserà un vero e proprio boom a causa di digitalizzazione e transizione green.



Oltre che negli uffici governativi, però, questo rinnovato interesse è evidente anche nel più recente sondaggio condotto dall’istituto Swg, che ha interpellato circa 800 italiani rappresentativi dei vari settori demografici, e che si sono detti complessivamente al 51% favorevoli alla costruzione (e riapertura di quelle ancora utilizzabili) di nuove centrali. Un’inversione di tendenza incredibilmente marcata rispetto a quel famoso referendum del 1987, indetto dopo il terribile incidente che distrusse la centrale di Chernobyl, nel quale più dell’80% dei cittadini si disse contrario alla produzione di energia dalla fonte (allora acerba) del nucleare. A livello demografico si dicono più favorevoli all’interno del campione soprattutto gli uomini (62%) e gli under 34 (58%), con una prevalenza tra i residenti del Nord Ovest.



Il sondaggio Swg: “65% degli italiani pentiti del referendum sull’energia nucleare”

Insomma, dopo anni di battaglie (politiche e sociali, sia da un lato che dall’altro) ben presto l’Italia potrebbe tornare a produrre energia nucleare, con un buon 65% tra gli intervistati da Swg che considera un rimpianto quel referendum abrogativo. Emerge, però, una richiesta piuttosto generalizzata (74/77%) di aprire un dibattito per informare la popolazione soprattutto sulle evoluzioni tecnologiche (66%), sulla gestione delle scorie (69%): richieste rivolte ovviamente al Governo, chiamato ad esporre pro e contro dell’energia nucleare.



Positivo il fatto che il 70% del campione si dica ben informato sulla questione e (soprattutto) certo che non vi siano rischi per la propria sicurezza al punto che quasi tutti sarebbero favorevoli ad avere un piccolo reattore vicino alla propria abitazione. Ancora, tra il 61 e il 65% degli intervistati ritengono che il nucleare si possa inserire bene all’interno dei nuovi paradigmi per produrre energia in modo green, assolvendo anche alle sole richieste delle industrie energivore e delle comunità isolate. Tipicamente italiano, infine, il fatto che oltre il 50% del campione si dice disposto a cambiare idea se si includessero nell’equazione anche compensazioni e sconti in bolletta.