ENTRO FINE GENNAIO IL DISEGNO DI LEGGE QUADRO SULL’ENERGIA NUCLEARE SBARCA IN CDM: LE ULTIME NOVITÀ
Se fino allo scorso settembre rimaneva un annuncio quello del Governo, su spinta forte di Lega e Forza Italia, ora si fa decisamente sul serio: il ritorno dell’energia nucleare in Italia potrebbe non essere più un tema “vacuo”, dato che entro fine gennaio il disegno di legge quadro sul ritorno delle centrali nucleari nel nostro Paese sbarcherà in Consiglio dei Ministri. Sono fonti dirette del Governo a confermare, tramite l’ANSA, il varo della legge quadro sull’energia nucleare entro le prossime riunioni del CdM: al momento sarebbero in corso verifiche ulteriori su un testo considerato però ormai pronto.
Tra le principali anticipazioni fornite dalle medesime fonti di Governo, si ragiona sulla creazione di una specifica agenzia di controllo sul nucleare italiano: tenuto conto delle necessarie norme di attuazione della stessa legge delega, è stimato che possano passare non più di 2 anni per la creazione dell’Agenzia, elemento chiave per poi impostare modalità e luoghi dove riaprire le centrali con i nuovi reattori. Il nucleare in Italia è per il momento stato escluso dal primo referendum del 1987 (successivo al disastro di Chernobyl, ndr) e pure dal secondo nel 2011 dove venne riconfermato il sostanziale “NO” al nucleare per l’opinione pubblica: davanti alla crisi energetica e con la presenza di numerose centrali appena al di là dei nostri confini, la proposta emersa in questi anni internamente all’esecutivo pone ad una nuova concezione di nucleare più pulito e sicuro.
“CENTRALI NUCLEARI TRA IL 2030 E IL 2040”: LA SPINTA DEL GOVERNO (NONOSTANTE LE DIVISIONI)
Come spiegano ancora le fonti di Governo davanti all’imminente conclusione dell’iter di lavoro sulla legge quadro, nella proposta attuale si parla di reattori modulari avanzati, oltre ad altri piccoli reattori, «tecnologicamente all’avanguardia e con innovazione nelle soluzioni». È un approccio in sostanza diverso da quanto viene criticato da opposizioni e parte dell’opinione pubblica, ben al d là di quanto invece decenni fa si poteva discutere su quella tecnologia di centrali nucleari.
In attesa del disegno di legge quadro, il Governo guarda alla situazione internazionale sul tema energia, come ha sottolineato la Premier Giorgia Meloni intervenendo ieri al World Future Energy Summit 2025 di Abu Dhabi: sebbene le posizioni di FdI siano quelle più “fredde” sul ritorno del nucleare in Italia, la Presidente del Consiglio ha sottolineato che centrale sarà investire sulla tecnologia della fusione nucleare, «potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata». Il problema è che questo cambio potenzialmente “copernicano” della tecnologia nucleare non sarà disponibile prima di anni: serve invece accelerare fin da subito con le potenzialità attuali del nuovo nucleare, come hanno garantito sia il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin e sia il titolare delle Imprese, Adolfo Urso.
«Risparmiando almeno 30 miliardi di euro all’anno, tra il 2030 e il 2040 si potranno avere nuove centrali nucleari nel nostro Paese»: per il Ministro in quota Forza Italia il nostro Paese già da ora deve rimanere in prima fila per sviluppare tutto quanto potrebbe rendere l’Italia competitività sul fronte energetico in Europa. E lo sfruttamento del nucleare va proprio in quella direzione: i costi dell’energia in Francia, Spagna e Germania sono molto più competitivi di quelli italiani e serve al più presto un cambio di passo, specie se in Europa proseguirà la “battaglia green” contro l’energia fossile. Lega e FI divise su altri dossier, ma molto unite sul tema nucleare, mentre è Fratelli d’Italia che dovrà essere convinto sullo sviluppo delle centrali: il fatto però della legge quadro fa capire che un’unità di intenti di base è stata trovata.