No allo spegnimento dei reattori: è arrivato il dietrofront di Germania e Belgio sull’energia nucleare. La crisi in Ucraina sta avendo delle ripercussioni degne di nota sull’economia mondiale e in particolare sul settore dell’energia, dove il taglio delle forniture di gas russo rischiano di mettere in crisi l’Ue…
Come evidenziato dai colleghi del Corriere della Sera, Belgio e Germania hanno annunciato che torneranno sui loro passi: nessuna uscita dall’energia nucleare, i reattori non verranno spenti. Un passo indietro degno di nota, basti pensare alla situazione belga, con il governo nato lo scorso 23 dicembre sulle basi di una rinuncia all’energia nucleare. Il premier Alexander De Croo non ha utilizzato troppi giri di parole: «La situazione è molto cambiata rispetto a quando abbiamo preso la decisione».
Energia nucleare, passo indietro di Germania e Belgio
Particolarmente perentorio il cambio di direzione impresso dalla Germania. Venendo totalmente meno alle promesse fatte nel corso della campagna elettorale, il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato lo spegnimento di tre delle sei centrali nucleari. Le altre avrebbero dovuto essere disattivate nel giro di un anno, ma Berlino ha cambiato strategia a causa degli ultimi sviluppi a livello internazionale: «Il funzionamento delle 3 centrali attive nel Paese oltre il dicembre del 2022 è in discussione» ha ammesso il ministro dell’economia Robert Habeck, che anche uno dei leader degli ecologisti. Come ricordato dal Corriere, l’Unione europea importa annualmente 160 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia e secondo l’Aie sarebbe possibile tagliare questa dipendenza del 30 per cento nel giro di un anno: l’energia nucleare porterebbe da sola una riduzione del 10 per cento delle esigenze europee…