L’energia nucleare è tornata ad essere un tema centrale all’interno dell’Unione Europea. Infatti, secondo quanto riporta il sito Euractiv, i legislatori europei hanno accettato di inserirla all’interno delle tecnologie a basso impatto dal punto di vista delle emissioni di carbonio, all’interno di quello chiamato Net-Zero Industry Act (o NZIA), una sorta di risposta europea al piano americano chiamato Inflation Reduction Act.



Concretamente, l’inserimento dell’energia nucleare nell’elenco delle tecnologie a basso impatto ambientale è un notevole cambio di passo rispetto alle proposte iniziali. Infatti, nelle prime bozze del testo i reattori nucleari non erano neppure previsti, facendo subito scattare l’opposizione della Francia e le successive critiche da parte della Germania. Gli eurodeputati francesi, però, hanno minacciato di votare contro l’intero testo se non avesse incluso anche l’energia nucleare, portando ad un via libera anche da parte della Germania. A conti fatti, con l’inserimento dei reattori tra le tecnologie a basso impatto ambiatale, a questi verrà riconosciuto lo status di “strategici”, permettendo a chiunque voglia costruirli di accedere ad una serie di fondi stanziati dell’Unione Europea.



L’energia nucleare in Europa

Insomma, grazie al riconoscimento del ruolo strategico all’energia nucleare, qualsiasi stato membro dell’UE voglia costruire un nuovo reattore, ricorrendo ovviamente alle migliori tecnologie sul mercato, potrà accedere a tutta una serie di fondi. Similmente, sarà anche prevista una strada in discesa che renda più rapido e semplice l’iter di approvazione da parte della Commissione ai nuovi progetti, grande e centrale obiettivo della Francia.

Di contro, la Germania non era disposta ad accogliere le richieste francesi sull’energia nucleare lamentando il fatto che questo via libera avrebbe distolto l’attenzione di alcuni stati da altre fonti, come l’eolico e il fotovoltaico. La Germania, d’altronde, è tra i principali oppositori del nucleare, assieme ad Italia, Lituania, Belgio, Portogallo, Danimarca e Austria, spaventati in seguito agli incidenti delle Three Mile Island, di Chernobyl e di Fukushima. Invece, l’energia nucleare è vista di buon occhio soprattutto in Francia (principale produttore europeo), ma anche da Bulgaria, Croazia, Finlandia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.