Il prezzo del gas sta diminuendo, ma il costo dell’energia resta a livelli altissimi. La causa alla base di questo comportamento è la tassa sulla CO2 che è invece aumentata, mantenendo alto il prezzo dell’energia. Come sottolinea il quotidiano La Verità, il gas ha raggiunto il prezzo record di oltre 340 euro/MWh ad agosto, mentre il 22 febbraio 2023 è tornato al livello di 48 euro/MWh. Il nodo della questione si trova nel meccanismo Ets, Emission Trading System.



Secondo questo meccanismo, chi produce energia elettrica utilizzando gas o carbone ha l’obbligo di acquistare dei “permessi” per emettere anidride carbonica, dunque una vera e propria tassa sulla CO2. Questa tassa esiste con l’obiettivo di disincentivare il ricorso ai combustibili fossili per la produzione di energia elettrica, incoraggiando invece la produzione attraverso fonti rinnovabili. Tale tassa sulla CO2 si presenta quindi come un costo variabile di produzione a carico di chi acquista energia. Dopo un iniziale calo dell’energia a 70 euro/tonnellata, il prezzo ora si è assestato a 100 euro/tonnellata, il che significa che ogni megawattora di energia elettrica costa indicativamente 40 euro/MWh se prodotto con il gas e 85-90 euro/MWh se prodotto con il carbone. Dunque, come sottolinea La Verità, se il costo del gas si mantiene sui 50 euro/MWh e il prezzo della CO2 a 100 euro/tonnellata, ciò significa che il prezzo marginale dell’energia elettrica non potrà essere inferiore a 140- 150 euro/MWh.



Caro energia, che cos’è la tassa sulla CO2 e come influenza il prezzo del gas

Prezzo del gas in discesa, ma è il costo della CO2 in rapida salita a mantenere alti i prezzi dell’energia elettrica. Come analizza La Verità, la tassa sulla CO2 si configura come un sussidio alle energie rinnovabili e dunque un modo per continuare a rendere costosa la produzione che ricorre ai combustibili fossili. Il meccanismo Ets prevede infatti che le quote di CO2 assegnate in modo gratuito diminuiscano sempre di più, mentre al contempo il costo dei permessi obbligatori diventi più alto. In futuro, questa situazione sarà destinata a esasperarsi perché è la stessa Unione Europea a emettere i permessi e a ritirarli dal mercato.



In Italia, il prezzo marginale del sistema è fissato dagli impianti a gas. E se anche il gas dovesse restare costante sui 50 euro/MWh, il prezzo complessivo dell’energia resterà elevato a causa del costante aumento della tassa sulla CO2. Per il momento il costo del gas sembra destinato a restare stabile, complice anche l’inverno non particolarmente rigido che non ne ha intaccato le scorte e la situazione priva di tensioni attorno al mercato del gas naturale liquido. L’unica vera incognita sembra dunque essere la tassa sulle emissioni di anidride carbonica.