Nell’anno successivo a quello in cui si è superato il record storico di consumo mondiale di carbone (oltre 8,5 miliardi di tonnellate), i ministri dell’Ambiente dei Paesi del G7 riuniti alla reggia di Venaria alle porte di Torino hanno deciso martedì scorso di eliminare gradualmente le centrali elettriche a carbone senza sistemi di cattura dell’anidride carbonica, CCS, entro il 2035. Si compie così un passo importante verso la riduzione dell’uso dei combustibili fossili.



Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e gli ambientalisti avevano esortato il G7 che comprende Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti a dare l’esempio. Si lascia un certo margine di manovra agli Stati che potranno seguire “un calendario compatibile con il mantenimento di un limite di aumento della temperatura di 1,5°C, in linea con le traiettorie di neutralità del carbonio”. Inoltre, sollevando le critiche degli ambientalisti, viene riconosciuta la possibilità di continuare a generare elettricità dal carbone se le sue emissioni saranno catturate o limitate dalla tecnologia. Si tratta di un compromesso tra le posizioni di alcuni Paesi tra cui la Francia che hanno spinto per anticipare la data dell’addio al carbone al 2030, con quella del Giappone in particolare, che genera un terzo della sua elettricità dal carbone, riluttante ad abbandonare frettolosamente la fonte fossile.



Questa posizione del G7 può considerarsi il primo test post-COP28. Nella conferenza di dicembre a Dubai le parti si erano impegnate ad abbandonare gradualmente carbone, gas e petrolio. Per l’Italia, stando alle dichiarazioni del Ministro Picchetto Fratin, l’addio avverrà prima del 2035. È questione di mesi per l’Italia continentale, mentre lo stop al carbone per la Sardegna è rimandato al 2027. Un decennio per uscire dal carbone nella produzione elettrica è un obiettivo raggiungibile anche perché la linea tendenziale è un dimezzamento del carbone lignite negli ultimi dieci anni, mentre per la produzione di acciaio negli altiforni e per altre applicazioni diverse dal termoelettrico una conversione totale altrettanto veloce è meno garantita.



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