Il tentativo dell’Europa di espandere il proprio settore delle tecnologie verdi si trova di fronte ad una serie di sfide, tra cui gli elevati costi energetici e i problemi della catena di approvvigionamento. A lanciare l’allarme sono stati i rappresentanti dell’industria solare riuniti a Madrid, giovedì scorso, come riporta Reuters. Mentre la Commissione Europea e i governi europei valutano un’azione più dura sulle importazioni, mirando a promuovere la produzione di tecnologia pulita in Europa e a ridurre la dipendenza dalla Cina per i prodotti necessari per l’energia solare, non mancano i moniti. “Non è possibile produrre in Europa”, ha affermato Gonzalo de la Vina, presidente per la regione Europa, Medio Oriente e Africa dell’azienda cinese di energia solare Trina Solar, in un evento ospitato dal gruppo industriale spagnolo Foro Solar.



L’azienda, che ha attività produttive in Cina, Vietnam e Tailandia ma non in Europa, vorrebbe investire 200 milioni di dollari per costruire un impianto di produzione di energia solare fotovoltaica in Texas: sarebbe il primo nell’emisfero occidentale. La scelta di volare oltreoceano è presto spiegata: “L’Europa non è redditizia”, ha sottolineato. I prodotti europei sono più costosi, come sottolineato da Christopher Atassi di Gonvarri Solar Steel, parte di un’azienda industriale spagnola con stabilimenti in tutto il mondo, tra cui Cina, Stati Uniti, Spagna e altri Paesi europei.



Energia solare, perché i prodotti cinesi costano meno

Per sviluppare ed espandere il settore delle tecnologie verdi e nel dettaglio dell’energia solare, “bisogna incentivare il cliente finale ad acquistare prodotti europei”, ha affermato Christopher Atassi di Gonvarri Solar Steel. “Senza domanda di prodotti europei è difficile pianificare gli investimenti”, ha aggiunto. I pannelli solari prodotti in Cina costano circa due terzi di quelli prodotti in Europa, ha scritto in una nota di luglio la società di ricerca energetica Rystad Energy. Ciò, secondo i relatori dell’industria riuniti a Madrid, è frutto dei maggiori costi dell’energia e della manodopera, nonché alla mancanza di catene di approvvigionamento competitive. Secondo la Commissione europea, nel terzo trimestre dello scorso anno, i prezzi al dettaglio dell’elettricità pagati dai clienti industriali nell’UE erano circa il doppio di quelli cinesi, afferma Reuters.



Il ministro spagnolo dell’Energia Teresa Ribera non ha escluso l’imposizione di tariffe sulle importazioni di materiali utilizzati nella produzione di energia solare. Intanto, la produzione prosegue fuori dall’Europa: secondo la Commissione europea, l’UE ottiene oltre il 90% dei lingotti e dei wafer per i pannelli solari dalla Cina. Non solo Pechino: l’Europa deve recuperare terreno anche rispetto agli Stati Uniti, il cui Inflation Reduction Act significa che “il modello americano ha battuto l’Europa cinque a zero”, ha detto Atassi. “L’Europa aveva un’industria dei pannelli solari, ma ora è in Asia”, ha affermato Juan Barandiaran, appartenente al produttore di apparecchiature per energie rinnovabili Gamesa Electric, una filiale spagnola della tedesca Siemens Energy.