Si è tenuto proprio nella giornata di ieri – lunedì 14 ottobre 2024 – l’evento “85 anni di storia e un futuro da bioraffineria” organizzato da Eni in quel di Livorno in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione della storica raffineria che fu tra le primissime ad operare sul nostro territorio: presenti sul palco livornese Giancarlo Dionisi, Eugenio Giani, Sara Paoli e Luca Salvetti – rispettivamente il Prefetto locale, il Presidente toscano e i sindaci di Collesalvetti e Livorno – oltre ovviamente ai vertici di Eni che hanno colto la palla dell’anniversario al balzo per posare figurativamente la prima pietra della futura bioraffineria che sorgerà proprio in quelle aree.



Soffermandoci un attimo sulla bioraffineria – che rappresenta un ulteriore passo avanti da parte di Eni nel percorso di trasformazione industriale e decarbonizzazione -, esattamente come quelle già inaugurate a Porto Marghera (alle porte di Venezia) e a Gela utilizzerà la tecnologia Ecofining per produrre carburanti HVO diesel, HVO nafta e bio-GPL da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva Europea sulle energie rinnovabili) destinati ad ogni mezzo di trasporto; il tutto partendo dal riciclo di materie di scarto, residui alimentari e oli esausti: l’inaugurazione è prevista per i primi mesi del 2026 quando la bioraffineria entrerà a pieno regime procedendo almeno 500mila tonnellate di biocarburanti all’anno, mentre per ora si attende il permesso di costruzione da parte del comune. 



La storica raffineria di Livorno e i progetti futuri di Eni: 16 ettari e collegamenti portuali

Insomma, quella celebrata da Eni a Livorno è stata una duplice occasione perché oltre ad aver dato un via figurativo alla costruzione della bioraffineria (che comunque dovrebbe partire entro fino mese), si sono anche celebrati gli 85 anni di attività di una delle più grandi ed antiche raffinerie italiane: ad oggi l’impianto si estende sulla bellezza di 16 ettari di terreni tra il comune livornese e il vicino Collesalvetti, vantando peraltro un collegamento diretto con il porto di Livorno e con il deposito fiorentino di Calenzano.



La sua storia della raffineria di Livorno – oggi acquisita da Eni – inizia in realtà nel lontano 1936 con la posa da parte di Anic del primissimo mattone; mentre per l’apertura effettiva di dovettero attendere due anni e proprio nel 1938 l’impianto produsse le sue prima 65mila tonnellate di grezzo importato dai Balcani. La seconda guerra mondiale causò la distruzione parziale dell’enorme impianto e per vederlo nuovamente operativo si dovrà attendere fino al 1953 quando subentrò (ammodernandola) la Stanic che le diede una seconda vita; mentre ora l’obiettivo di Eni è quello di dargliene una terza.