Eni guarda ad un futuro sostenibile grazie al percorso di transizione energetica intrapreso. Il colosso energetico ha pubblicato il report volontario di sostenibilità, da cui non emergono solo i risultati principali e gli obiettivi, ma anche il contributo fornito per una transizione giusta che garantisca l’accesso ad una energia efficiente e sostenibile. Si chiama “Eni for 2022 – A just transition” il report che racconta il lavoro sin qui svolto verso le zero emissioni nette al 2050 e i benefici sociali ed economici di questo percorso con lavoratori, fornitori, comunità e clienti, in modo inclusivo e trasparente. «Nell’affrontare le sfide del settore energetico che Eni ha di fronte manteniamo salde le nostre priorità con un impegno continuo per favorire l’accesso all’energia, lo sviluppo locale e la tutela dell’ambiente», precisa Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
In merito al successo di questa strategia, evidenzia che esso «non può prescindere dalla collaborazione con i nostri stakeholder, dai privati, al pubblico, alle organizzazioni internazionali e della società civile, agli istituti di ricerca». Anzi, proprio in questa fase «è necessario mettere a fattore comune risorse e capitale umano, attraverso una visione ampia, che permetta di allinearsi sugli obiettivi comuni per ridurre i gap esistenti a livello geografico e promuovere il progresso umano globale».
ENI VERSO ZERO EMISSIONI NETTE AL 2050
Eni ha mantenuto fermi i suoi impegni verso le zero emissione nette al 2050 sul fronte della neutralità carbonica, confermando tutti gli obiettivi di decarbonizzazione, legati ad investimenti solidi. Infatti, l’azienda è riuscita a ridurre del 17% le emissioni Scope 1, 2 e 3 rispetto al 2018, e ha portato avanti l’attuazione delle misure necessarie per raggiungere le zero emissioni nette (scope 1 e 2) nell’Upstream entro il 2030, investendo in tecnologie innovative e progetti a bassa impronta carbonica. Quest’anno ha varato la FPSO da usare per avviare la produzione del progetto Baleine, la più importante scoperta mai fatta in Costa d’Avorio e il primo sviluppo net-zero Scope 1 e 2 in Africa.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu sono per Eni un riferimento fondamentale per condurre le attività nei Paesi di operazione. Infatti, i progetti di agri-business incarnano l’approccio di Eni verso una transizione energetica giusta, con una forte componente innovativa che è associata ad una forte attenzione alla dimensione sociale. Il processo di decarbonizzazione nei piani di Eni deve offrire opportunità di conversione delle attività esistenti e di sviluppo delle nuove filiere produttive con prospettive importanti nei Paesi in cui opera.
ACCESSO ALL’ENERGIA E ALL’EDUCAZIONE: INIZIATIVE ENI
Eni ricorda che nel 2022 è stata consegnato il primo carico di olio vegetale prodotto in Kenya, partendo da scarti e materie prime prodotte in terreni degradati, non in competizione con la catena alimentare, alla bioraffineria di Gela. Tutto ciò ha avuto importanti e positive ricadute sull’occupazione e lo sviluppo locale, infatti questo modello verrà replicato altrove. Nell’ottica di una transizione equa, Eni ripone attenzione anche alle iniziative che favoriscono l’accesso all’energia e all’educazione nei Paesi di operazione.
Questo è il caso dei progetti in Costa d’Avorio, Mozambico e Ghana per facilitare l’accesso a metodi e strumenti di cottura efficienti. Ad esempio, in Costa d’Avorio sono stati distribuiti oltre 20mila fornelli migliorati in 6 mesi, che hanno raggiunto oltre 100mila persone. Inoltre, Eni ha promosso il diritto all’educazione in Congo, Ghana, Iraq, Messico, Mozambico ed Egitto, dove è stata inaugurata anche la Zohr Applied Technology School, con l’obiettivo di incrementare il numero di giovani con competenze tecniche e professionali all’avanguardia nel settore energetico e tecnologico.