Eni al lavoro per decarbonizzare il settore marittimo

Eni nella giornata di oggi ha presentato, a Roma, il documento “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo“, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma e che ha visto anche la partecipazione delle tre più grandi aziende produttrici di motori navali, ovvero Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions, oltre che di Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA.



L’idea di Eni, insomma, è quella di raggiungere la neutralità carbonica nell’importantissimo (a livello economico) settore marittimo, che da solo è responsabile dell’arrivo a destinazione di circa il 90% delle merci vendute in tutto il mondo. Il documento presentato è frutto del lavoro di 40 esperti del settore, che dallo scorso marzo hanno cercato, congiuntamente, di raggiungere una strategia utile e comune per rendere meno impattate, dal punto di vista ambientale, il trasporto marittimo. Il lavoro degli esperti, revisionato e presentato oggi da Eni in conferenza stampa, ha definito una sorta di roadmap utile per raggiungere gli obiettivi climatici.



La centralità del settore marittimo per l’economia mondiale

Il settore marittimo, che secondo la visione di Eni sarà nei prossimi anni decarbonizzato, è tra i più importante per la tenuta dell’economia mondiale. Ogni giorno, infatti, nel mondo sono oltre 100mila le navi mercantili che trasportano, annualmente, circa 12 miliardi di merci. Si tratta delle vera e propria spina dorsale dell’economia globale, responsabile del 90% dei trasporti, ma contestualmente anche del 3% delle emissioni di Co2 (calcolate su base mondiale).

Nella sola Europa, spiega Eni, il settore marittimo è responsabile del 36% del trasporto interno di qualsiasi merce, che aumenta al 75% considerando le esportazioni extraeuropee. Data la sua centralità, dunque, risulta fondamentale lavorare al fine di decarbonizzare il settore, senza sopprimerlo o limitarlo. Attualmente, vi sono diversi vettori energetici per le navi, che vanno dall’HVO al GPL, passando anche per le soluzioni bio o rinnovabili. Il principale problema, sottolinea Eni, è che sono limitate dal punto di vista delle applicazioni, oltre che della disponibilità del combustibile specifico. Secondo gli esperti, la soluzione attualmente migliore sono i biofuel, ampiamente disponibili e che nei prossimi mesi saranno oggetto di alcuni casi pilota per comprenderne l’effettiva tenuta, oltre che le implicazioni in termini sia ambientali che di competitività economica.



Il commento di Eni, Confitarma e Assarmatori

Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni, commentando l’incontro di oggi ha sottolineato come “il settore marittimo è fondamentale per la competitività e per sperimentare la neutralità tecnologica attraverso soluzioni per favorire una transizione equa. Crediamo molto in questo progetto”, ha spiegato, “esempio inclusivo di collaborazione tra tutti gli attori del settore, che per noi rappresenta solo un primo passo sia per promuovere soluzioni già mature come i biofuels, che sperimentare soluzioni più di lungo termine”.

Secondo Mario Mattioli (Presidente di Confitarma) e Stefano Messina (Presidente di Assarmatori), “aver lavorato insieme a questo progetto, congiuntamente a Eni e a diversi altri qualificati attori, è un’ulteriore prova del fatto che gli armatori sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto marittimo, pronti a fare quanto in loro potere in quest’ottica. Tuttavia è bene ribadire che quando si parla di combustibili alternativi è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione e infine per lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave. Su questo ci aspettiamo molto anche per rispettare le stringenti normative nazionali, comunitarie e internazionali in materia di sostenibilità ambientale”.