In occasione della Biennale di Grafica 2024 che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano, Eni ha inaugurato una mostra temporanea all’ADI Design Museum milanese dedicata al suo iconico cane a sei zampe e alla sua – come richiama lo stesso nome dell’esposizione – “storia che guarda al futuro”. I curiosi potranno assistere al percorso narrativo nella storia di un logo noto a tutti gli italiani, dal 22 al 31 maggio 2024, partendo da quelle primissime (anch’esse ormai iconiche) stazioni Agip che diedero i ‘natali’ al cane a sei zampe di Eni, per arrivare ai rebranding più recenti, testimoni dell’evoluzione del logo che, da cane nero e arruffato, è diventato il cane giallo splendente di oggi.
La scelta dell’ADI Design Museum, peraltro, non è affatto casuale, perché il gruppo ha scelto di collaborare con quello che oggi è considerato il più importante istituto di design italiano, fautore della mostra permanente – e globale – dedicata al premio Compasso d’Oro, che vuole essere un po’ una memoria storica dei più importanti design italiani dal 1954 ad oggi. Un museo dinamico e in continua evoluzione: caratteristiche centrali anche nella mission e nella stessa natura di Eni, testimoniate dal 1953 ad oggi proprio da quel cane a sei zampe in mostra a Milano.
La storia del cane a sei zampe di Eni: dalle stazioni Agip fino ai “nuovi cani”
Nel suo percorso espositivo, Eni ha scelto di accompagnare i curiosi e i visitatori in un viaggio che parte dai primi schizzi sul cane a sei zampe oggi iconico, passando per le pagine, i disegni e i cartelloni pubblicitari originali; per arrivare al primo storico rebranding nel 1972 ed infine, la nascita dei loghi di Plenitude, Versalis ed Enilive. Un viaggio che testimonia, attraverso il logo, l’identità, l’evoluzione, l’apertura e anche la sperimentazione che Eni ha sempre saputo (e voluto) mettere al centro di ogni sua scelta nei lunghi decenni di storia del gruppo.
La prima tappa è proprio il 1953, quando venne indetto un concorso dall’allora Agip nel quale furono presentati oltre 4.000 progetti, tra i quali la primissima bozza del cane a sei zampe “con il suo stile araldico e i colori pieni”, che divennero un vero e proprio punto di svolta per Eni, con l’apertura del periodo della sperimentazione avanguardistica e il successivo boom economico che rese la macchina un simbolo di status sociale, e il cane che piano piano si prende sempre più posto sulle pagine pubblicitarie; fino al primo rebranding nel 1972 con la prima comparsa del nome “Eni” (scelto per il lancio del gruppo in borsa) su sfondo giallo sovrastato dal cane a sei zampe, e al successivo nel 2009 con l’uscita del cane dalle linee nette del quadrato giallo per testimoniare il dinamismo di un’azienda che non voleva (e non vuole) rimanere chiusa all’interno del suo schema.