Nella giornata di ieri, giovedì 5 aprile 2024, il Consiglio di Amministrazione di Eni si è riunito su richiesta del presidente Giuseppe Zafarana, deliberando alcuni nuovi aspetti societari che confluiranno in un piano di Azionariato Diffuso a favore dei dipendenti per il biennio 2024/26. In sede del Consiglio è stato approvato il Documento Informativo in materia, che sarà poi sottoposto per l’approvazione finale in occasione della prossima assemblea con gli azionisti, fissata per il prossimo 15 maggio 2024.
Diverse le fasi operative e le implementazioni che Eni dovrà fare al fine di realizzare il piano per l’Azionariato Diffuso, che quando diventerà pienamente operativo consisterà in una prima fase di distribuzione gratuita di azioni del gruppo ai propri dipendenti, seguita poi da un piano di coinvestimenti, sempre a favore degli oltre 20mila lavoratori. Sempre stando a quanto deciso dal Consiglio di Eni, verrà avviata in questa prima fase dell’Azionariato Diffuso una sorta di sperimentazione che partirà dal territorio italiano (dove il gruppo opera in maniera prioritaria), per poi estenderlo progressivamente anche all’estero.
Cos’è e come funzionerà l’Azionariato Diffuso di Eni
In un comunicato stampa pubblicato da Eni subito dopo la fine dei lavori del Consiglio di Amministrazione, lo scopo dell’Azionariato Diffuso è quello di “rafforzare il senso di appartenenza trasversale all’azienda e la partecipazione alla crescita del valore aziendale”, puntando anche a “supportare gli oltre 20 mila dipendenti del gruppo in Italia nel contesto della congiuntura economica sfavorevole“.
Come si anticipava, le fasi operative del piano di Azionariato Diffuso decise da Eni sono due. In un primo memento si procederà all’assegnazione gratuita di azioni del gruppo in due differenti tornate, la prima nel 2024 e la seconda nel 2025, con un valore monetario individuale annuo di un massimo di 2mila euro. Le azioni gratuite avranno un lock-up di 3 anni, che impedirà la loro cessione da parte degli assegnatari. Nel 2026, invece, a completamento del piano di Azionariato Diffuso, Eni intende implementare un modello di coinvestimento, grazie al quale ad ogni acquisto di azioni da parte di un dipendente, ne verrà assegnato gratuitamente il 50% in più, per un controvalore massimo di 1.000 euro. Il lock-up, in questo caso, sarà di un anno per quanto riguarda la azioni acquistate e, nuovamente, di 3 anni per quelle assegnate a titolo gratuito.
Il buyback di Eni per finanziare l’Azionariato Diffuso e remunerare gli azionisti
Al fine di finanziare concretamente il piano di Azionariato Diffuso, fino alla fine di aprile 2025 Eni intende autorizzare l’acquisto di azioni proprie, finalizzato anche a remunerare gli azionisti. Coerentemente con il piano strategico 2024/27, infatti, il gruppo mira a distribuire tra il 30 e il 35% del Cash Flow From Operations annuo sia in termini di dividendi, che in termini di riacquisto delle azioni, puntando all’obiettivo (negli scenari più favorevoli) di redistribuire almeno il 60% dei flussi nel riacquisto.
Tornando al piano di buyback che Eni intende attuare al fine di finanziare l’Azionariato Diffuso, l’intenzione è quella di reinvestire fino ad 1,1 miliardi di euro, prevedendo un incremento massimo complessivo fino a 3,5 miliardi. Secondo quanto pattuito dal Consiglio, inoltre, il numero massimo di azioni riacquistabili è stato fissato a 328 milioni di unità, pari al 10% del capitale sociale del gruppo, delle quali 321,6 milioni verranno utilizzate al fine di remunerare gli azionisti e le restanti (ovvero 6,4 milioni) per finanziare il piano di Azionariato Diffuso.