Eni ha pubblicato recentemente la sua ultima rassegna statistica sull’energia mondiale (la World Energy Review), riferita al 2022, in un’edizione nuova e completamente interattiva, consultabile tramite l’apposito sito. Complessivamente, dall’analisi condotta dagli esperti della compagnia emerge come il 2022 sia stato colpito da alcuni eventi dirompenti sul piano energetico, che rendono sempre più importante ampliare le prospettive future, mirando a diversificare le fonti energetiche anche, e soprattutto, in ottica di una transizione sostenibile e sicura.



Dalla World Energy Review di Eni, si evince come il consumo primario mondiale di energia è cresciuto (e continua a crescere) ad un tasso prossimo al 1% rispetto al 2021, confermando il trend che si era già osservato nelle ultime decadi, con le fonti fossili che continuano a coprire circa l’80% della quota del mix energetico. I prezzi delle principali commodities energetiche hanno risentito, in particolare, degli effetti della guerra in Ucraina su tutti i mercati con impatti diversificati a seconda delle caratteristiche di ciascuno e del grado di dipendenza dalle forniture russe. In linea con il processo di cambiamento in atto, la World Energy Review di Eni, giunta alla sua 22° edizione, dedica poi anche ampio spazio a temi strategici, come il gas naturale e i minerali critici, fondamentali per la transizione energetica.



I risultati principali della World Energy Review di Eni

Dall’analisi pubblicata nella World Energy Review annuale di Eni, emergono in particolare quattro punti principali. Dal punto di vista del comparto oil, le varie tensioni del 2022 hanno portato la media annua del Brent a 101,2 $/b, superiore del 43% rispetto al 2021. Contestualmente, però, la domanda continua ad aumentare (+2,2 Mb/g), arrivando a 100 Mb/g, recuperando quasi completamente la perdita legata alla pandemia (-0,7% rispetto al 2019). La produzione mondiale di petrolio è aumentata di 4,3 Mb/g, con la crescita concentrata nei paesi del Golfo OPEC per effetto del riassorbimento dei tagli del 2020. La capacità di raffinazione netta, infine, torna a crescere nel 2022 con l’entrata di nuovi progetti in Medio Oriente e Cina per un ammontare poco inferiore ai 2 Mb/g.



A livello del gas, invece, evidenzia ancora la World Energy Review di Eni, i prezzi hanno raggiunto livelli significativamente elevati con effetti diretti sulle forniture finali, prima tra tutte l’elettricità. L’Europa ha compensato l’ammanco di import via pipeline dalla Russia principalmente attraendo volumi addizionali di GNL, a prezzi più alti. La domanda mondiale di gas, però, si è complessivamente ridotta di oltre l’1%, dopo il rimbalzo post pandemia nel 2021 (circa +5%), con dinamiche divergenti su scala globale: forte frenata in Europa, Russia e Asia, solo in parte compensata da crescita in USA e Medio Oriente.

Passando poi alle rinnovabili, la World Energy Review di Eni ha rilevato come le installazioni in tal senso sono in crescita esponenziale negli ultimi anni. Tuttavia, la quota di solare ed eolico copre ancora poco più del 10% nel mix di generazione elettrica, a fronte dell’oltre 60% generato da fonti fossili. I minerali critici sono l’ultimo importante tassello dell’analisi energetica sul 2022 sempre nell’ottica delle rinnovabili dato che giocano un ruolo fondamentale in alcune tecnologie chiave legate alla transizione. La maggior parte registra una significativa crescita in termini di produzione, riflettendo anche l’aumento della domanda. Il nichel e il litio segnano l’incremento maggiore (superiore al 20%).