Enio Drovandi a “Vieni da me” ha parlato anche dell’incidente che ha avuto il 6 ottobre 1989. Un incidente che gli impedì di lavorare a Domenica In dopo la chiamata della Rai. «Prima dell’incidente ero un ragazzo di provincia che ha successo. Dopo l’incidente ho cercato di essere ricco di tempo, quello che non ti rende mai nessuno. Quindi ho cercato di seguire quella visione di vita». Ma non è stato affatto semplice superare quell’incidente. «La convalescenza è durata tre anni. Sono stati difficili, ma ho cercato di riprendere in mano la mia vita». Ma Enio Drovandi ha potuto contare sull’aiuto di due amici, Roberto Benigni e Francesco Nuti. «Mi prestarono dei soldi per l’affitto, che ovviamente ho reso». Dopo che Francesco Nuti è stato male ha cercato di aiutarlo a suo modo. «Ho cercato di ripagarlo e quando recentemente ho vinto un premio l’ho dedicato a lui oltre che a mia madre». Infine, sulla moglie: «Sabrina è timida. Le donne sono il più bel film. Io sono qui grazie a lei. Ricevo tanti inviti, ma non ci vado, ma quando ho saputo di te, mi ha detto che le piaci». (agg. di Silvana Palazzo)



ENIO DROVANDI A VIENI DA ME

Enio Drovandi, uno dei più grandi caratteristi della commedia all’italiana, ospite a “Vieni da me” per raccontarsi attraverso i momenti più importanti della sua carriera e la vita privata. Si parte ovviamente dall’infanzia. «Il chiosco dei miei genitori è una leggenda a Pistoia. Io sono cresciuto in mezzo alla strada, tra la gente». Dopo la terza media lasciò la scuola e decise di diventare attore. «Ho fatto tanti lavori, anche il parrucchiere per signora. Ma sognavo il mondo dello spettacolo. Mi stava stretta la città. Era il mio mondo, ma venivo visto come uno strano. Magari lo ero davvero, visto che parlavo fuori dal coro. Io improvvisavo la vita giorno per giorno». Poi si fermò per il militare. «Mia madre sperava che mettessi la testa a posto facendo il carabiniere». Quando sua madre venne a mancare, nel 1978, si ritrovò da solo con suo padre. Ma lavorando nacque la passione per la musica. «Decidemmo di portare una cassetta da Guccini». Questi li consigliò di portarla da Benigni e grazie a quel provino è cominciata la sua carriera.



“ROBERTO BENIGNI COME ME HA ASSAPORATO LA MISERIA”

Enio Drovandi ha raccontato del suo provino grazie a Roberto Benigni. «Sono entrato a casa sua il primo dell’anno e ci sono rimasto fino alla sera. Facemmo amicizia e andavo a trovarlo». Gli chiedeva di aiutarlo a diventare attore, ma non sapeva neppure cosa significasse. «La più bella cosa è il piacere della miseria. Quando non si ha nulla e si conquista qualcosa si sene di avere tutto. E questo l’ha provato anche Benigni». Così arrivo anche Eccezzziunale…veramente nel 1982. «Il caratterista è colui che dà profumo al film. La critica negli anni non ha dato valore a chi faceva piccoli ruoli. Avevo successo di pubblico, ma non di soldi. Quei pochi che guadavano li mandavo a mio padre, che non mi aveva mai messo il bastone tra le ruote. Era triste quando ci sentivamo, ma lui si è sacrificato per me. Non ho mai parlato al singolare con lui, ma sempre al plurale». Dopo Monicelli arrivò il successo con Sapore di mare.

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