Un gigante della musica contemporanea, ma pure una persona estremamente umile e generosa, che in vita non ha avuto il tributo che meritava soprattutto dall’establishment: questo e altro è stato il grandissimo Ennio Morricone (1928-2020), scomparso quasi due anni or sono, e che questa sera viene ricordato su Rai 1 (a partire dalle ore 21.25) con il concerto-tributo del trio de “Il Volo” nella suggestiva cornice dell’Arena di Verona e tenutosi nel novembre 2021 in concomitanza con la data di nascita del maestro capitolino.
CHI È STATO ENNIO MORRICONE?
Ma chi è stato Ennio Morricone e cosa sappiamo del personaggio privato oltre alla dimensione pubblica di cui invece si conoscono maggiori dettagli, oltre che vita e miracoli (musicali)? Considerato a buon diritto uno dei massimi esponenti della musica per il cinema e non solo, grazie a oltre quattrocento colonne sonore composte in circa quarant’anni e più di carriera, il ‘maestro’ originario di Roma ha dato anche un notevole impulso allo sviluppo del genere grazie alla sua notevole esperienza pregressa come arrangiatore, esecutore e direttore d’orchestra. Insomma, un innovatore pur restando almeno in superficie nel solco della tradizione: prendendo solo come esempio il western all’italiana, ne ha rinnovato completamente il ‘lessico’ e ancora oggi, a distanza di tanto tempo, le sue musiche restano un punto di partenza imprescindibile per chi voglia seguirne solamente le orme o innovare.
ENNIO MORRICONE, TRA GENIO E PRIVATO: “E SULLA QUESTIONE DEGLI OSCAR…”
Ecco, semmai, nonostante i tanti premi che gli sono stati assegnati in carriera (tra cui un Leone d’Oro e l’Oscar alla carriera nel 2007), come tanti altri mostri sacri ha dovuto attendere gli ultimissimi anni di vita, e precisamente nel 2016, per ricevere un Oscar per una delle sue colonne sonore, ovvero quella di “The hateful eight” di Quentin Tarantino; quello fu anche l’anno dell’attribuzione di una stella tutta per lui nella prestigiosa Hollywood Walk of Fame. E proprio su questo punto qualcosa da dire ce l’ha Alessandro De Rosa, compositore e co-autore di un libro sulla vita di Morricone che, a seguito dell’uscita del documentario “Ennio” aveva rilasciato un’intervista in cui spiegava che l’Oscar onorario arrivato così tardi fui “vissuto da lui comunque come un’emozione… Certo, soffrì molto per tutte le nomination che ebbe e per cui non vinte il Premio, soprattutto quella di ‘Mission’… E per lui non fu un punto di arrivo ma di ripartenza”.
Insomma, il successo visto come un momento per ricominciare e ricostruirsi, a detta di De Rosa: questi, nella succitata intervista, aveva raccontato anche alcuni dettagli sul loro primo incontro, rivelando poi alcuni tratti del Morricone più intimo: “Merito della sua grandezza e apertura: era rigoroso ma anche generoso come non lo conosciamo… Asciutto con le parole quanto munifico con le note. Il mio Ennio? Una persona molta profonda, sensibile e anche molto dura. Pretendeva tanto da se stesso e, giustamente, dagli altri” ha ricordato il biografo. Aggiungendo anche che “in alcune occasioni, a volte veniva considerato burbero… Poteva anche esserlo, ma dietro c’erano sempre delle ragioni. Era una persona semplice e umile, ma anche il contrario: sapeva chi era e che poteva esigere determinate cose. Era una persona complessa, ricca di sfaccettature”.