Marco e Valentina Morricone, rispettivamente figlio e nipote del grandissimo Ennio Morricone, hanno raccontato i retroscena della vita e della carriera del maestro, rivelando l’uomo, il padre e il nonno che loro hanno avuto l’opportunità di conoscere. Ospiti della trasmissione L’Ora Solare, in onda su Tv2000, Marco Morricone ha raccontato dell’inizio del sodalizio tra Ennio Morricone e Sergio Leone: “erano vicini di casa, trasteverini entrambi – ricorda – La cosa paradossale è che essendo quasi vicini di casa Sergio aveva sentito delle cose di papà, si mise in contatto e lui lo riconobbe. C’era una fotografia in cui erano compagni di classe”. E del loro rapporto riconosce che “ogni cosa Sergio la raccontava nei film e papà raccoglieva idee musicali”.
È sempre Marco Morricone a ricordare anche la collaborazione tra “Peppuccio”, cioè Giuseppe Tornatore, ed Ennio Morricone. “Il rapporto con Peppuccio è nato con una casualità, e papà come al solito non voleva fare il film – rivela – Lui un giorno alza il telefono, chiama Peppuccio che era un ragazzo poco più grande di me e si scambiarono delle idee. Papà gli chiese se voleva una musica siciliana, lui gli rispose: ‘faccia lei’, allora papà fece il film. Voleva essere libero, voleva vedere il film con altri occhi, sotto un altro aspetto”.
Ennio Morricone, “sua musica indipendente dai film, fu rivoluzionario”
E proprio la libertà e la grandezza delle musiche di Ennio Morricone è una colonna portante dell’intervista concessa dal figlio Marco e dalla nipote Valentina a L’Ora Solare. “Una forza delle sue musiche, che oggi si vede molto poco nel cinema, c’era una forte indipendenza della sua musica rispetto al film – spiega Valentina Morricone – In generale la musica è sempre al servizio di qualcosa, di un cantante o di un performer, di un’immagine”. Mentre Marco Morricone aggiunge che “papà è stato un rivoluzionario, perché prima la musica era di accompagnamento, lui è stato il primo a renderla vivente di vita propria”.
La nipote Valentina ha anche voluto svelare la routine di Ennio Morricone, che “si alzava la mattina molto presto, faceva almeno una decina di chilometri in casa camminando e facendo esercizio, e poi scriveva”. Spiega che “era un lavoratore, a volte neanche pranzava e quando c’era gente continuava a scrivere”.