Sono quattro le persone nel mirino dell’inchiesta sull’omicidio di Enore Saccò, il pensionato 75enne trovato carbonizzato nella sua abitazione di Bressana Bottarone, in provincia di Pavia, il 16 febbraio scorso. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, riporta Il Giorno, si è fatta strada l’ipotesi di un delitto per soldi nel tessuto di presunti problemi di droga degli indagati, tre dei quali restano in carcere all’esito della conferma della custodia cautelare disposta dal Gip del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti.



Secondo l’accusa, la casa di Enore Saccò sarebbe stata data alle fiamme dopo il delitto nel tentativo di cancellare ogni traccia, e il telefonino della vittima sarebbe stato venduto per una dose di droga a una donna nei cui confronti, riferisce lo stesso quotidiano, sarebbero state condotte perquisizioni al cui esito non sarebbe emersa la presenza del dispositivo. L’ipotesi è che la stessa se ne sia disfatta gettandolo nel Po e il ritrovamento di stupefacenti nelle sue pertinenze avrebbe fatto scattare a suo carico una denuncia per detenzione a fini di spaccio.



Omicido Enore Saccò, quattro indagati nell’inchiesta sulla morte del 75enne a Bressana Bottarone

Secondo quanto ricostruito da Il Giorno, sarebbero tre le misure di custodia cautelare in carcere confermate dal gip di Pavia nelle scorse ore. Riguardano tre dei quattro indagati nell’inchiesta sul caso di Enore Saccò, mentre un quarto resta a piede libero. L’unico accusato di omicidio volontario è un 35enne, gestore di un bar di Bressana Bottarone, per il quale è stata confermata la reclusione. Stessa misura disposta a carico di un 25enne e un 40enne, ma per le sole ipotesi di incendio e distruzione di cadavere.



Il 35enne avrebbe confessato di essere andato a casa di Enore Saccò e di averlo picchiato con calci e pugni al culmine di una lite relativa al locale che lo stesso indagato avrebbe preso in affitto dalla vittima. La svolta nel giallo del pensionato trovato carbonizzato nella sua casa sarebbe arrivata dopo settimane di indagini serrate condotte nel massimo riserbo. Il 75enne era stato trovato morto il 16 febbraio scorso e la pista di un omicidio commesso per soldi sembrerebbe essere quella al momento privilegiata. Nel ventaglio dell’inchiesta sarebbero finiti altri nomi di soggetti che non si esclude possano avere avuto un ruolo come complici nelle fasi successive al delitto.