Il conservatore William F. Buckley Jr. ha affermato che preferirebbe essere governato dai primi 2.000 nomi nell’elenco telefonico di Boston piuttosto che dalla facoltà di Harvard. A spiegarne il motivo è un sondaggio condotto da Free-market Committee to Unleash Prosperity, che ha rilevato un enorme divario tra gli americani comuni e i membri della cosiddetta élite quando si tratta di finanze, libertà individuale, cambiamento climatico e istruzione. L’indagine ha intervistato, all’inizio del mese, 1.000 membri della “élite”, definita dall’indagine come l’1% degli americani che soddisfacevano tre criteri: possedere titoli post-laurea, avere un reddito familiare annuo superiore a 150.000 dollari e vivere in una zona ZIP ad alta densità.
La differenza tra questo 1% e l’altro 99%: le finanze personali. Tre quarti delle élite hanno affermato che il loro quadro economico è migliorato “in questi giorni” rispetto al 20% degli elettori statunitensi nel complesso. Tra i laureati della Ivy League, l’88% ha dichiarato di stare meglio dal punto di vista finanziario. “Ciò potrebbe spiegare perché i media, gli accademici e gli americani ad alto reddito tendono a valutare l’economia come buona, mentre la maggior parte degli americani dice che l’economia è cattiva”, afferma il rapporto. Quando si tratta di libertà individuale, il 57% di tutti gli adulti statunitensi afferma che la nazione offre “troppo controllo da parte del governo”, mentre il 47% delle élite e il 55% dei laureati dell’Ivy League affermano che c’è invece “troppa libertà”. Le élite sono anche più disposte ad accettare il razionamento di energia e cibo per affrontare il cambiamento climatico.
Usa, élite favorevoli al razionamento di energia, gas e carne
“Un sorprendente 77% delle élite sono favorevoli al razionamento di energia, gas e carne per combattere il cambiamento climatico”, afferma il rapporto. Tra tutti gli americani, invece il 63% si oppone a questa politica. Più di due terzi delle élite, ovvero il 70%, hanno dichiarato che sarebbero disposti a pagare 500 dollari o più all’anno per ridurre il cambiamento climatico, mentre il 72% degli elettori nel complesso ha affermato che sarebbe disposto a sborsare solo 100 dollari o meno. Inoltre le élite sono anche molto più disposte a frenare gli stili di vita e le comodità dei consumatori. In particolare sarebbero disposti a vietare le auto a gas, i fornelli a gas, i “viaggi aerei non essenziali”, i SUV e l’aria condizionata privata in nome della lotta al riscaldamento globale. Non più del 25% degli americani intervistati è favorevole a uno di questi divieti.
Le élite inoltre hanno più fiducia nel governo. Il 70% ha fiducia nella sua capacità di “fare la cosa giusta per la maggior parte del tempo” contro il 30% del pubblico in generale. Hanno anche un’opinione più favorevole di avvocati, giornalisti, leader sindacali e membri del Congresso. L’84% di loro approva Biden contro il 44% degli elettori complessivi. “Le persone che pensano di governare il Paese non pensano le stesse cose del popolo su questioni come la libertà individuale, il cambiamento climatico e il governo”, ha detto il co-fondatore del comitato Stephen Moore. “Capirlo significa comprendere il divario nella politica americana contemporanea”. L’indagine è stata condotta dal sondaggista Scott Rasmussen che ha intervistato due gruppi separati di élite dall’11 al 26 settembre e dal 14 al 29 settembre. La maggior parte delle élite intervistate, ovvero il 73%, erano democratiche, mentre il 14% erano repubblicane.