È arrivata la condanna per Elena Morali, che risarcirà con un importo pari a 6mila euro Enrica Bonaccorti, storico volto della nostra televisione. Ma qual è la causa del contenzioso che ha portato le due donne a scontrarsi in un’aula di tribunale? Come riporta il quotidiano “La Repubblica”, fra le sue storie Instagram la “Pupa” ha pubblicato un finto nudo della Bonaccorti. Così, il tribunale civile di Roma ha stabilito la cifra del risarcimento oltre a ricostruire l’accaduto nella sua interezza.



Tutto ebbe inizio con una lite nello studio di Barbara D’Urso, alla quale partecipò anche l’attrice Simona Izzo e che fu portata avanti a colpi di “salaci battute”, non ultima l’espressione “Sei una gallina!”, rivolta dalla Morali alla Bonaccorti. Dopo quello scontro, Elena Morali ha pubblicato su Instagram delle Stories con foto di Enrica Bonaccorti tratte da Google e accompagnate da un messaggio: “Queste signore si permettono di giudicarmi per gossip e poi la loro celebre carriera guardate come è ben iniziata”. Fra queste, c’erano alcuni fermi immagine tratti da un film anni Ottanta e una ripresa balneare in topless. Ma non solo…



ELENA MORALI CONDANNATA: DOVRÀ RISARCIRE ENRICA BONACCORTI

Sì, perché tra gli scatti ce n’era anche uno a marchio Playboy (con le parti intime coperte da un emoticon a forma di cuore), che però ritraeva un’altra donna, come confermato dalla stessa Bonaccorti. Il contenzioso con Elena Morali si è risolto nella seguente sentenza: “La convenuta è responsabile di aver attribuito alla persona dell’attrice una immagine potenzialmente disturbante, volgare e che in realtà raffigura un’altra persona”.

Aurelio Padovani, avvocato di Enrica Bonaccorti, ha commentato la vicenda in questi termini: “Ci sono due cose gravi… Un danno che diventa indelebile con la pubblicazione in internet, poiché è quasi impossibile cancellare il materiale diffamatorio diffuso. E infine non sempre le sentenze che vengono emanate restituiscono il giusto ristoro di chi viene danneggiato. Ci sono delle tabelle dell’Osservatorio nazionale della giustizia di Milano. Queste tabella a sono spesso disattese e la morale è che, con 5mila euro, ci si può permettere di dare una persona in vista della prostituta”.