Enrica “Puny” Rignon è stata la prima moglie di Fabrizio De André. I due si conobbero nel 1961 e fu colpo di fulmine: dopo pochi mesi rimase incinta e si sposarono. E fu così che nacque Cristiano, che ha poi seguito le orme del padre. Più grande dell’artista di quasi sette anni, la donna faceva parte di una famiglia borghese di Genova. Il figlio raccontò in un’intervista che i suoi genitori si conobbero ad una festa e si innamorarono, ma crescere per lui non è stato facile, perché vedeva la madre soffrire d’amore per il padre. «La mia adolescenza è stata vedere mia madre piangere, prima per i fugaci tradimenti, poi per l’abbandono». In quell’intervista Cristiano De Andrè raccontò di come sua madre scoprì che Dori Ghezzi aspettava un figlio dal marito: lui la chiamò e le diede la notizia per telefono. «Mamma scoppiò in lacrime e mi passò la cornetta, non sapevo cosa fare». Ma sono diversi gli aneddoti raccontati da Cristiano De Andrè sulla mamma. Ad esempio, parlò di lei al Festival di Sanremo nel 2014.
ENRICA “PUNY” RIGNON, MAMMA CRISTIANO DE ANDRÉ
Cristiano De André condivise col pubblico un ricordo legato alla mamma Enrica “Puny” Rignon prima di esibirsi sulle note di “Verranno a chiederti del nostro amore”. L’artista raccontò che il padre la scrisse di notte. Era il 1972 e lui ricorda che verso le 5 del mattino il padre svegliò la madre, e quindi si svegliò pure lui. «Guardando dalla spioncino della porta lui gliela stava dedicando e ho visto lei commuoversi», disse sul palco dell’Ariston. Lui doveva avere poco più di 10 anni. Aveva sentito semplicemente dei rumori, quindi andò a guardare in salotto scoprendo che il padre stava cantando una nuova canzone per la madre. I due piansero di commozione, del resto era una delle canzoni più struggenti e intense scritte da De André. Quell’episodio ha segnato particolarmente Cristiano De André, che però ricorda anche le lacrime della madre. Difficile è stato anche sopportare il doloro per la sua morte nel 2004: «Pensavo di smettere. Sono andato in depressione, non riuscivo ad accendere la luce né ad ascoltare più i pezzi di mio padre», disse a Il Giornale.