Enrico Berlinguer, una vita dedicata alla politica e ai valori democratici

Il contesto politico, per quanto sia spesso oggetto di polemiche e diatribe con argomentazioni contrastanti, è stato abitato e vissuto nel tempo da personalità che hanno fatto la storia del nostro Paese. Davanti a determinate icone non esistono colori e bandiere ma solo stima e riconoscenza rispetto a valori e tappe fondamentali; un esempio in tal senso è rappresentato da Enrico Berlinguer, personalità istrionica e maestro dell’ars oratoria che tanto vale in ambito non solo politico.



Enrico Berlinguer rappresenta un esempio italiano di impegno democratico e soprattutto di collaborazione in rapporto alle tante forze politiche con le quali ha avuto a che fare nel tempo. Mediare e dialogare sembrano essere i suoi punti cardine; nulla veniva lasciato al caso e, a prescindere dal personale pensiero politico, gli vanno riconosciute doti carismatiche che pesano in ambito politico.



Enrico Berlinguer, dalla guida del PCI alla “rivoluzione” del pensiero comunista

Enrico Berlinguer nacque a Sassari nel 1922 e fin da giovanissimo ha iniziato ad avvicinarsi alle correnti politiche appassionandosi principalmente ai valori del comunismo. A soli 21 anni aderisce al PCI e nel periodo della Resistenza italiana si prodigò in prima linea nell’organizzare la lotta partigiana in Sardegna. Terminato il periodo conflittuale continuò la sua attività per la PCI ricoprendo numerosi ruoli di spicco.

Enrico Berlinguer arrivò a prendere le redini della PCI nel 1972 adoperandosi con valori e cambi rivoluzionari soprattutto dal punto di vista del pensiero e dell’azione politica. In primis, fu uno dei primi a distaccarsi dalla dottrina marxista-leninista e si impegnò principalmente per rendere quanto più pragmatica la sua azione politica. Il decennio tra gli anni ‘70 e ‘80 è stato senza dubbio quello con il maggior consenso elettorale. Nel 1984, a Padova, Enrico Berlinguer è passato improvvisamente a miglior vita per la tristezza non solo dei suoi elettori e della sua famiglia, ma anche di chi in maniera neutrale ne apprezzava le doti di uomo politico e diplomatico.