Il famosissimo comico Enrico Beruschi è tornato – in occasione dell’imminente pubblicazione della sua autobiografia – a raccontarsi sulle pagine del Corriere della Sera, ricordando i bei tempi andati del Drive-In, la sua celebre parentesi televisiva, il famosissimo ‘Derby club’ e tutto quegli amici – a partire da Cochi e Renato – che l’hanno affiancato ed accompagnato nel suo viaggio lungo 83 anni: partendo dall’inizio (infatti) Enrico Beruschi ricorda di aver incontrato per la prima volta Renato Pozzetto “in classe (..) alle medie” quando lui “ripeteva l’anno [e] io che ero un po’ secchione gli passavo i compiti di matematica“, mentre Aurelio ‘Cochi’ Ponzoni si unì al trio soltanto durante “la ragioneria”.
Negli anni successivi alle scuole – ricorda ancora Enrico Beruschi – le loro strade si divisero perché lui intraprese la carriera da “contabile in Galbusera” scalando le posizioni fino a quella di “vicedirettore commerciale”, almeno fino a quando non fu sostituito dai “computer giganteschi” e decise – “per sbollire la rabbia”, confessa – di andare al Derby: “Si esibivano Cochi e Renato” e fu “Walter Valdi [a dirmi] domani provi“.
Enrico Beruschi: “La tv di oggi e clausura e ingenuità, noi eravamo più ‘piccanti'”
Da quel momento la carriera da comico di Enrico Beruschi prese (letteralmente) il volo e dopo parecchi spettacoli in giro per l’Italia finì – prima – in Rai e – poi, grazie ad uno spettacolo “nella Club House a Milano 2 nella primavera ’82” in cui conobbe Silvio Berlusconi – nel gruppo Fininvest del quale ricorda chiaramente “il compenso strabiliante cinque volte” superiore a quello dell’emittente pubblica e – soprattutto – l’ancor più strabiliante successo del Drive-In.
“Finita l’esclusiva – ricorda con una certa amarezza un Enrico Beruschi che ci tiene a rivendicare di non avere nessun rimpianto – stupidamente [pensai di] esplorare il mondo” e lasciò la nave Fininvest nonostante le insistenze di Berlusconi: da quel momento “mi sono bloccato, ipotizzarono per me il sabato sera su Canale 5 con Paolo Villaggio” che tracollò a causa del parere negativo del ‘ragionier Fantozzi’ e non ha più messo piede in televisione.
“Forse – ipotizza Enrico Beruschi parlando del perché non sia più stato ingaggiato – sono fuori registro“, ancorato ad un tipo di televisione “fantasiosa, per qualcuno ‘piccante'” che mal si concilia con l’attuale “clausura e ingenuità” che caratterizza i palinsesti; pur dicendosi aperto a qualsiasi chiamata da parte dell’attuale timoniere Mediaset Pier Silvio Berlusconi: “Se volesse – conclude Enrico Beruschi -, sono qui”.