Enrico Brignano ricorda suo padre e quell’incidente che molti anni fa ha distrutto il suo amato camioncino. “Con questo furgone – spiega l’attore a Domenica In tenendo in mano una riproduzione fedele del mezzo – ho preso la patente e gli sono molto legato. Era degli anni ’70 e aveva un problema al motore posteriore, con raffreddamento ad aria. Il filtro della benzina – spiega Brignano – si surriscaldava […] è successo a mio padre e ricordo che, quando gli prese fuoco, si è incendiato gran parte e mio padre perse il controllo, non era più in sé”. Da quel momento è nata in lui la necessità di rimboccarsi le maniche e diventare adulto: “Io facevo già l’attore, andai lì c’erano i pompieri, trovai mio padre in uno stato perso. In quel momento diventai il padre di mio padre, a vent’anni capii che era arrivato il momento di dargli delle certezze. Avevo un lavoro che certezze non ne dava, ma aiutai mio padre ad acquistare un altro furgone, feci da garante in concessionaria!”. (Agg di Fabiola Iuliano)



I REGALI A MARA VENIER

Enrico Brignano è stato uno dei grandi ospiti di Mara Venier. Indimenticabile la sua intervista con cui ha dosato con saggezza lacrime e risate. L’occasione è legata al debutto del suo ultimo spettacolo, Innamorato perso, con cui il comico romano ha raccontato la sua nuova vita di papà e non solo. Un viaggio all’interno delle emozioni che fanno palpitare il cuore e che oltre a forti emozioni positive prevede anche ostacoli, crisi e drammi, il tutto affrontato con l’ironia che più lo contraddistingue. Lo dimostra persino il suo ingresso nel salotto della padrona di casa, armato di una valigetta piena di regali per la Venier. Un paio di ciabatte, anzi di “ciavatte”, visto che è stato accolto nella casa televisiva della conduttrice, oltre a una cornice con la foto di zia Mara, con tanto di cappellino natalizio. “Un riciclo”, specifica Enrico Brignano, come potremo rivedere nella carrellata di ricordi di Domenica In… Il meglio di, in onda oggi, con la sua ultima puntata.  Pungente l’artista, anche se sempre molto sottile. Lo dimostra quella battuta alla rivale principale della Venier, almeno per quanto riguarda gli ascolti domenicali. “Il profumo lo avevo già regalato a Barbara d’Urso”, dice porgendo una bottiglietta di dopobarba alla presentatrice. Anzi, “Acqua di Mara”, come specifica subito dopo.



ENRICO BRIGNANO, LA SALITA VERSO IL SUCCESSO

Anche la Venier però ha un regalo per il suo super ospite: una clip che lo riprende agli inizi della sua carriera, in occasione di uno sketch per il programma Su le mani del 1996. In quell’occasione, Brignano snocciola nel suo romanaccio una barzelletta su un pescatore e un pesciolino, dall’esito improbabile. Non ci sono solo le risate nella vita e nella carriera di Enrico Brignano, come dimostra anche il suo ultimo spettacolo in teatro Innamorato perso. Dopo aver visto la prima clip dedicata al suo debutto, l’artista cambia tono di voce ed espressione per parlare a Domenica In anche del lato oscuro della sua ascesa professionale. “Quello che bisognerebbe fare quando desideri intensamente una cosa. La salita, quando è ardua, la vetta è più bella, il panorama è più bello da immaginare”. Nonostante il successo ottenuto, Brignano non si sente arrivato e crede invece di avere ancora tanta strada da fare. Tutta con consapevolezza mista a stupore, per via di quei sold out che accompagnano i suoi spettacoli. Quel tuffo al cuore nel vedere migliaia di persone pronte ad aspettarlo non se n’è mai andato via, così come la soddisfazione nel far ridere il suo pubblico.



ENRICO BRIGNANO: LA MOKA CHE HA SEMPRE CON SÉ

Oltre ai regali, l’artista porta con sé nella sua piccola valigia piena di adesivi una moka, simbolo del suo essere italiano. Girando il mondo e lo Stivale, gli capita spesso di non trovare bar e alberghi in cui fanno un buon caffè. Per questo si porta in viaggio il caffè da casa e la caffettiera, anche per non perdere l’aroma della bevanda ambrata. Dopo aver dato la sua ricetta per fare la cremina, parte del rito del caffè, Brignano parla del suo coltellino multiuso, un oggetto che gli dà l’idea di “acconciarla questa vita”. Uno strumento per aggiustare ciò che si è rotto e che all’occorrenza può diventare persino un valido rasoio. Il terzo ricordo è il furgoncino, uguale a quello che usava il padre per vendere la frutta. “Ricordo quando questo furgone prese fuoco e mio padre perse completamente il controllo, non era più in sé”, dice l’artista. All’epoca Brignano faceva già l’attore e quel giorno si è precipitato ad aiutare il genitore, trovandolo perso e ritrovandosi a diventare “il padre di mio padre”. In quel preciso momento il comico intuisce infatti di dover diventare responsabile, dare qualche certezza al padre grazie al suo stipendio di artista e facendo da garante per l’acquisto di un nuovo furgone.