Enrico Brignano ospite del terzo appuntamento de “L’Intervista“, il programma condotto da Maurizio Costanzo in seconda serata su Canale 5. L’attore e comico è pronto a raccontarsi nella puntata in onda giovedì 26 marzo 2020 alle 23.20 circa su Canale 5 tra vita professionale e privata. Una lunga chiacchierata che ha visto Brignano, eclettico e amatissimo attore e regista acclamato al cinema, a teatro e in tv, parlare della sua famiglia, della passione per la recitazione, ma anche di Alberto Sordi e dell’emergenza sanitaria per il Coronavirus. Nato e cresciuto a Roma nel quartiere Dragona, Brignano ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi della sua carriera e della sua vita privata: dalla gavetta al grande successo, ma anche l’incontro con la moglie Flora Canto e la nascita della piccola Martina. Parlando della sua carriera l’attore ha confessato: “l’ispirazione per la mia carriera è partita dalla famiglia, non ho fatto altro che chiudere gli occhi e raccontare quello che era successo”. Non solo, alla domanda di Costanzo “cosa ti manca ancora professionalmente?”, l’attore e comico non si è tirato indietro nel rispondere “mi manca il grande show del sabato sera, il grande varietà…dicono tutti che sia finito ma io dico de no… mi manca, soprattutto, andare all’estero con lo spettacolo”.
Enrico Brignano: “mi rammarica non aver potuto conoscere Alberto Sordi”
Non solo, Enrico Brignano durante la sua lunga confessione a “L’Intervista” di Maurizio Costanzo ha parlato anche di un mito del cinema italiano: Alberto Sordi. “Il mio rammarico è di non averlo potuto conoscere…” ha dichiarato l’attore e regista che poco dopo ha confessato “Mi sarebbe piaciuto almeno fare il provino per interpretarlo… forse, un giorno, chissà quando faranno il seguito… mi propongo come candidato”. Che sia un chiaro riferimento al film tv “Permette? Alberto Sordi” andato in onda su Raiuno e interpretato da Edoardo Pesce? Brignano ha poi parlato della figlia Martina: “è un miracolo, una fortuna” e di come sia felice di essere diventato papà “è stato talmente tanto il momento di attesa, questa sorta di “attendant Godot”, che per la vita mi ha permeato, aspettare il momento giusto che averla a 50 anni è bellissimo”. Infine impossibile non parlare dell’emergenza sanitaria da Coronavirus: “a noi spetta il compito di non minimizzare ma alleggerire perché è l’unico modo altrimenti crolla tutto. Dobbiamo essere consapevoli che stiamo vivendo il periodo più brutto dal dopoguerra. E’ dura… in questo molto più che in guerra… quando c’erano le guerre Macario, Totò stesso, Petrolini, tutti i comici di quell’epoca facevano spettacolo e invece no noi non possiamo farlo se non da casa attraverso internet un messaggio, una speranza”.