Sono sempre più numerosi i casi di errori giudiziari: serve una riflessione profonda che però latita ad arrivare. A tal proposito, il deputo di Azione Enrico Costa evidenzia che il numero di casi di ingiusta detenzione è «esorbitante», eppure quando da viceministro della Giustizia ne discusse con un alto magistrato gli fu detto che «si trattava di numeri fisiologici». Il problema è questo appunto. «Finché continueremo a ritenere fisiologici tali numeri, noi non arriveremo ad essere un Paese pienamente liberale dal punto di vista giuridico e giudiziario». Costa ne parla al Tempo, sciorinando anche alcuni dati: sono 30mila le persone indennizzate dal 1992 ad oggi, pari solo al 23% delle persone che sono state arrestate ingiustamente. Ma viene negato il risarcimento al 77% di chi fa domanda. Ma il deputato di Azione ricorda che c’è anche chi non chiede il risarcimento perché non vuole saperne più nulla. Di fatto, non c’è alcuna responsabilizzazione di chi sbaglia.
Ma c’è anche un altro tema, quello «delle persone mandate a processo in modo forse superficiale, se il 50% delle citazioni dirette a giudizio finisce con l’assoluzione». Il problema delle responsabilità è legato anche al fatto che le assoluzioni si concretizzano a distanza di anni dagli arresti “ingiusti”. «Nel frattempo coloro che hanno richiesto l’arresto o i giudici che lo hanno disposto hanno fatto carriera». Senza contare, aggiunge Enrico Costa, che gli eventuali flop giudiziari dei pm non incidono nelle valutazioni sulla loro professionalità.
“MANCA UNA VISIONE CORALE E CHIARA SU COME AFFRONTARE I PROBLEMI”
Enrico Costa ricorda l’esistenza della legge del 2006 in base a cui nella valutazione di professionalità del magistrato debba essere analizzato anche il risultato della sua attività. Ma «questa legge non è attuata». Il deputato di Azione al Tempo spiega che si è provato a sfruttare tale legge col fascicolo di valutazione del magistrato, ma la categoria ha scioperato. Inoltre, è stato «annacquato» dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Costa nell’intervista sottolinea la necessità di «mantenere una cautela nella diffusione delle notizie dell’accusa, perché oggi le accuse vengono trasmesse all’esterno come “oro colato”». Il deputato di Azione cita il caso della procura di Busto Arsizio che nel 2019 arrestò il sindaco di Legnano Gianbattista Fratus e tenne una conferenza stampa durante cui fu illustrato un quadro molto pesante delle accuse, con pezzi di ordinanza di custodia cautelare pubblicati testualmente dalla stampa.
Enrico Costa ricorda che la Giunta comunale cadde. Ebbene, recentemente Fratus è stato assolto in appello con formula piena. Ma «le conferenze stampa, i “titoloni” dei giornali, ti lasciano una cicatrice, un marchio che sono indelebili». Infine, Costa boccia le inaugurazioni dell’anno giudiziario, in quanto «riti ormai stantii» e «si dicono sempre le stesse cose». Alla fine, non c’è da lamentarsi se i cittadini non hanno fiducia nella giustizia. «Manca una visione corale, una ricetta chiara di come affrontare i problemi, che restano irrisolti negli anni».