Un discorso di quasi un’ora per inquadrare il nuovo “programma” del Partito Democratico: Enrico Letta è sbarcato così oggi al Nazareno nella Assemblea Nazionale Pd che lo ha eletto con 860 voti favorevoli (2 contrari e 4 astenuti) il nuovo segretario a tutti gli effetti dei Dem. Niente dibattito, niente congresso, niente primarie: Letta prende il posto di Zingaretti e seppur con toni molto pacati, pone diversi accenti nel suo discorso che mirano ad un cambio di passo tanto sul fronte correnti quanto su quello delle alleanze future, entrambi i punti dove era “crollato” Nicola Zingaretti poche settimane fa.
«So che non vi serve un nuovo segretario, ma vi serve un nuovo Pd», con questo “slogan” Letta ha introdotto i termini della sua segreteria, che verrà realizzata in persone e nomine nei prossimi giorni. «Domani presenterò un vademecum di idee da consegnare al dibattito dei circoli per due settimane. Ne discutiamo insieme e poi facciamo sintesi in una nuova assemblea», ha spiegato il neo-eletto segretario davanti ai 1000 delegati collegati all’Assemblea Nazionale. Dalle donne ai giovani, dalle coalizioni all’agenda programmatica in Ue, il “nuovo” Pd di Enrico Letta vuole partire dai territori escludendo come “necessario” il dover per forza stare al Governo: «Io sono stato un uomo di corrente per tutta la mia vita. Un partito che lavora per correnti come qui da noi, non funziona. Non funziona. Io mi candido a fare il segretario ebbene: ancora non ho capito qual è la geografia delle correnti. Alcuni dei messaggi che ho ricevuto avevano questo tenore: guidare il partito e chiamarsi Enrico è ancora più impegnativo. E io lo sento questo impegno». Letta poi insiste sul tema delle donne, «Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema sulla parità di genere. Io metterò al centro il tema delle donne».
IUS SOLI, LO SCONTRO CON LA LEGA
Dalle donne ai giovani, uno dei punti del programma-discorso di Letta riguarda il voto ai sedicenni: «battaglia da fare è quella per il voto ai sedicenni, anche se so che sarà una battaglia divisiva, complicata, ma dobbiamo allargare il peso dei giovani nella società». Importante poi il tema delle alleanze, con Enrico Letta che si avvicina al progetto già avanzato da Zingaretti, Bettini e Franceschini circa l’unità di Pd e M5s alle future Elezioni Politiche: «Dobbiamo pensare che abbiamo vinto e governato quando abbiamo fatto coalizione. Quando siamo andati per conto nostro abbiamo perso. 1996 e 2006, eravamo guidati da Prodi. La coalizione è fondamentale: io ci credo. Ad aprirsi ci si guadagna sempre. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò nelle prossime settimane parlerò con tutti. L’incontro col 5 Stelle guidato da Conte lo dobbiamo fare, sapendo che non sappiamo ancora come sarà quel M5s. Arriveremo con rispetto a ambizione».
Per fare questo, il nuovo leader Dem ha annunciato di voler sentire nei prossimi giorni tutti i principali protagonisti del Centrosinistra: «Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo: parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società». Chiosa finale sullo Ius soli, tema altamente divisivo guardando ai partiti che oggi compongono il Governo Draghi: «Voglio rilanciare lo Ius soli – ha concluso Letta – Credo che sarebbe una buona cosa se il governo Draghi, il governo del tutti insieme, sia quello di una normativa sullo Ius Soli». Per nulla piaciute queste parole a tutto l’alveo del Centrodestra, a cominciare da Matteo Salvini che su Twitter rilancia «Letta e il PD vogliono rilanciare lo Ius Soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Eh, buonanotte… Se torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli Italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate». Commenti negativi anche da Fratelli d’Italia e dalla stessa Forza Italia, con il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto «Chiariamo subito un aspetto. In un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, con una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, lo ius soli sarà l’ultima delle priorità, per il governo, per gli italiani, per il Paese. Sul resto ci sarà come sempre un civile e sano confronto politico».