Enrico Letta tra dote ai 18enni e riforme di lavoro e giustizia nella lunga intervista a Porta a Porta. Il segretario del Partito Democratico ha esordito parlando della tanto discussa tassa di successione: «Sono sicuro che Draghi sia d’accordo nel mettere i giovani al centro. Ha assolutamente a cuore la priorità donne e giovani, ne abbiamo parlato più volte ed ha accolto la proposta del Pd da mettere nel piano: una clausola di obbligo trasversale per tutte le voci di bilancio del Piano nazionale e che vale per tutti e sei gli anni. Questa clausola obbliga a un aumento dell’occupazione femminile e giovanile per tutti coloro che usufruiranno dei soldi del piano».
Enrico Letta ha poi aggiunto sempre sulla tassa di successione: «Io ho cercato di spiegarla: in tutti i Paesi occidentali la tassa di successione la pagano, da noi i ricchi sono totalmente esenti da qualunque tassa di successione. A me non sembra una cosa giusta. La tassa di successione è la rendita, non è il sudore. Chi la eredità non ha fatto nulla per meritarla. Quando nasci è la fortuna che ti fa nascere in una famiglia di un tipo o di un altro tipo. E’ giusto che ci sia un aiuto complessivo. Non mi sono concentrato abbastanza sull’utilizzo della dote ai 18enni. Nella nostra proposta ci sono tre finalità ben precise: i 10 mila euro servono ad acquisire una prima forma di indipendenza, o per la casa, o per una propria attività o per continuare gli studi».
ENRICO LETTA: “REFERENDUM GIUSTIZIA? NON VA DA NESSUNA PARTE”
Enrico Letta ha poi analizzato i problemi del mondo del lavoro, invocando più migranti per la manodopera: «C’è un problema culturale molto forte, nel nostro Paese ci sono stati molti ristori ed ho l’impressione che ci sia una certa tendenza a non rendersi conto che c’è bisogno di uscire dalla logica del sostegno ed a mettersi ad agire e lavorare. Poi c’è un’altra questione: in molti campi dobbiamo capire che c’è bisogno di manodopera che viene dall’immigrazione. I giovani italiani sono troppo pochi rispetto a quelli di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo concepire il nostro futuro in modo diverso, con maggiore capacità di accoglienza e immigrazione». Enrico Letta si è inoltre soffermato sulla riforma della giustizia: «Referendum Lega-Radicali? Io vorrei che le riforme della giustizia le facessimo veramente, penso che il governo Draghi sia il luogo e la grande opportunità per farle: è un governo con una larga maggioranza e possiamo uscire dalla logica dello scontro politico. Poi l’Europa ci dice che senza la riforma non ci dà i soldi, è un incentivo enorme per farlo. Dico di farle in questi sei mesi con un ministro come la Cartabia, super partes, e con un governo come quello Draghi. Prendiamo l’elenco degli ultimi 25 anni, quanti referendum abrogativi abbiamo avuto in Italia? Parecchi. Solo uno ha passato il quorum, quello sull’acqua bene pubblico. Il tema è enorme – ha sottolineato Enrico Letta – il referendum abrogativo è semplicemente uno strumento di lotta politica e non va da nessuna parte».